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29. 04. 2024 00:19

Come progettare giardini a Milano, Forges Davanzati: «Creo armonie con le piante»

L'agricotecnica milanese tiene anche corsi per professionisti e semplici appassionati: «Sui vostri balconi non dimenticate di piantare alberi da frutto, che danno tanta soddisfazione»

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Lei è Valentina Forges Davanzati, agricotecnica progettista di giardini e del paesaggio. Milanese, figlia di una biologa e di un architetto, attraverso la progettazione degli spazi esterni attigui alle abitazioni e alla formazione ama trasmettere la cura e il valore dello stare a contatto delle piante. Imparando da loro. Nel 2022 ha contribuito al libro Bianco del Verde nato per restituire alla natura il giusto ruolo nelle città, creando una rete tra gli operatori, pubblici e privati, per condividere obiettivi, individuare priorità e criticità, presentare soluzioni e proposte.

Valentina Forges Davanzati: «Il compito del progettista di giardini è assicurare un risultato coerente dal punto di vista ambientale e in armonia col contesto in cui è realizzato»

Di cosa si occupa un progettista di giardini e del paesaggio?
«Pianifica e gestisce progetti del verde. Come si chiama un architetto per una casa, così c’è un progettista per lo spazio esterno, che sia urbano o rurale, sia per la committenza privata che pubblica, il cui compito è assicurare un risultato coerente dal punto di vista ambientale e in armonia col contesto in cui è realizzato».

Come si applica la sua professione alla città?
«Attraverso lo studio attento dello spazio all’aperto, che sia piccolo o ampio; l’approccio non cambia: si deve tenere conto del verde esistente, valutando le viste sul paesaggio circostante. Se mancano le piante le inserisco, creo nuove oasi verdi che arrivano così ad influenzare positivamente l’ambiente, la qualità dell’aria, il tasso di umidità, la temperatura e infine il benessere delle persone».

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Terrazzi e balconi nell’equilibrio della città come incidono?
«Costituiscono sempre una ricchezza, non solo per l’abitazione. Intanto perché in questo modo spazi esterni vengono inglobati nello spazio interno grazie alla vista. E poi perché una volta sistemati anche solo con piante erbacee perenni contribuiscono alla biodiversità attirando e nutrendo api, farfalle e così via, con grande vantaggio anche per gli esseri umani».

Qual è la predisposizione dei milanesi verso le piante?
«Da professionista che svolge anche attività didattica sulla diffusione del verde e la cura delle piante posso dire che sono sempre più incuriositi. Nell’ultimo corso avevo iscritti sia professionisti che semplici curiosi, ma tutti erano accomunati dalla voglia di imparare, di lasciarsi meravigliare nello scoprire nuovi spazi urbani verdi quando li portavo a fare i riconoscimenti delle piante. Ben vengano allora Green Week e Parking day perché così le persone possono scoprire posti fino ad allora sconosciuti e trasformare parcheggi in piccole oasi verdi».

Il verde è vitale?
«Altroché. Assolutamente vitale perché noi abbiamo bisogno di piante: è grazie a loro che abbiamo l’ossigeno. Di più. Stare vicino a loro ci fa bene, dagli 0 ai 100 anni. Quando progetto inserisco sempre piante da frutto perché per arrivare al frutto hanno bisogno di cura e dedizione e quindi quando raccolgo i frutti non solo ne traggo soddisfazione, ma imparo anche l’importanza di stare di più nel nostro giardino, di prendermene cura perché non deve essere solo esteticamente bello per essere guardato, deve essere funzionale, avere le caratteristiche richieste dal cliente per essere vissuto. Quindi, più lo si vive meglio è».

Quanto è importante per lei la formazione?
«Fondamentale perché il verde è materia in continua evoluzione. La pianta è un essere vivente in con una grande capacità di adattamento. Ma cambiano le condizioni ambientali e cambiano anche loro. Per questo occorre studiare in continuazione, aggiornarsi, trasmettere agli operatori del settore quanto è importante la progettazione e perché a mettere a dimora le piante senza conoscerne le esigenze si fanno dei danni».

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