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23. 04. 2024 23:37

Alberto Urso punta alle stelle: «Un miracolo quasi per caso»

Racconta così la genesi del suo nuovo brano Alberto Urso, che dopo l’ultimo Sanremo non si è più fermato

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Alberto Urso è sicuramente un predestinato. Impossibile non notare la sua attitudine al canto al punto che, nonostante la giovane età, il ragazzo messinese dagli occhi azzurri non si sia quasi accorto di aver già fatto cose molto importanti. Nel suo presente c’è un singolo. E nel suo futuro, oltre a un album, potrebbe esserci anche una carriera internazionale.

Partiamo da Amarsi è un Miracolo, un pezzo che hai realizzato con Daniele Coro e Diego Mancino, autori anche per Laura Pausini e molti altri. Com’è nata questa opportunità?
«Amarsi è un Miracolo è un brano nato di notte, quasi per caso. È successo tutto circa due mesi fa, poi mi sono incontrato con due magnifici autori che grazie alla loro professionalità hanno reso questo progetto realtà».

Tra i sogni che hai realizzato, c’è anche la partecipazione al musical di Natale di Katherine Jenkins, con cui hai registrato il singolo Cinema Paradiso alla Royal Albert Hall di Londra. Che esperienza è stata?
«È stato incredibile. Dopo aver ascoltato alcuni miei brani ha voluto cantare con me, così sono partito per Londra. Siamo stati agli Abbey Road Studios, meravigliosi. Registrare lì, circondato da quadri con raffigurati i più famosi artisti di sempre, ti lascia senza fiato. Parlavano tutti in inglese e non capivo nulla (ride, ndr). Katherine Jenkins ha cantato anche con Bocelli: è la numero uno».

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Un anno fa eri a Sanremo con Il sole ad Est. Tornassi indietro, cosa cambieresti?
«La mia vittoria a Sanremo è stata vedere tutti in piedi mentre cantavo. Quando c’è la standing ovation, hai vinto. Non cambierei nulla, sono fiero di ciò che ho fatto. Ora proseguo con il mio percorso, facendo cose diverse e più mature».

Con chi ti confronti quando scrivi i tuoi pezzi?
«Con Leo Gassmann, col quale ho un rapporto bellissimo: ogni volta che butto giù qualcosa glielo mando e lui mi dice la sua. Cosa va bene e cosa pensa sia da rifare».

E a che cosa ti ispiri?
«Di base all’amore, parlo di storie mie perché mi sento a mio agio e più credibile».

 

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