Presso il cinema Anteo CityLife si rinnova l’appuntamento con “Be Short”, festival dedicato all’approfondimento dei cortometraggi e del brand entertainment. Organizzato per il secondo anno consecutivo da Giffoni Innovation Hub e l’Osservatorio Branded Entertainment con la collaborazione di DCA (Digital Cinema Advertising), Be Short, tratta anche diversi temi sociali tra i quali la povertà giovanile e il rapporto con l’intelligenza artificiale.
Be Short, la parola ai protagonisti
Laura Corbetta presidente di Obe è anche consigliera di Fondazione scuole civiche Milano. «È un periodo in cui i brand stanno puntando molto anche all’industria cinematografica. Basti pensare a Barbie o ad Air-la storia del grande salto. Il cinema è stato uno dei settori che ha sofferto maggiormente durante la pandemia e se ora i brand possono aiutare a far rifiorire questo settore ben venga».
Luca Ruju, general manager e board member di Giffoni Innovation hub, ci parla dell’importanza dei corti. «È un prodotto che ha molta spesa, ma purtroppo a volte poca resa. In questo periodo storico dove la soglia d’attenzione del pubblico si abbassa sempre di più, il cinema è un luogo dove la gente sceglie di andare per immergersi in una storia che possa emozionare, senza distrazioni esterne». Inoltre ci parla del tema sociale. «Sono corti creati per mettere in mostra un brand, ma che hanno anche significati più profondi. Noi abbiamo una piattaforma sul nostro sito usufruibile da tutti i docenti delle scuole d’Italia dove sono presenti corti e materiale didattico per sensibilizzare i più giovani riguardo a temi d’attualità».
I corti di Be Short
I corti tra i quali “Una notte a Torino”, “Cassandra” e “Imma”, oltre alla web serie “Yolo”, sono disponibili su piattaforme digitali e televisive quali RaiPlay e Sky.
