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29. 04. 2024 02:42

Il dj e producer Bonnot pubblica il suo best Hip Hop Dopest Joints: «La mia Bergamo devastata»

«Siamo usciti da un periodo duro, triste. Oltre alla tristezza provo anche tanta rabbia, ci sono state troppe incompetenze, con responsabilità ben precise»

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Bonnot torna con Hip Hop Dopest Joints, una raccolta con le produzioni più note del dj e produttore bergamasco: un fil rouge diretto che unisce l’Italia agli Stati Uniti.

Il dj e producer Bonnot pubblica il suo best Hip Hop Dopest Joints: «La mia Bergamo devastata»

Si può fare un bilancio della crescita dell’hip hop italiano?
«Trovo che sia ancora in forma grazie al lavoro svolto da pionieri come Assalti Frontali e da artisti più giovani come Rancore, Willie Peyote e tanti altri. La cultura hip hop si sta manifestando in diversi ambienti musicali, legati talvolta esclusivamente allo showbiz, seguendo alcune mode statunitensi».

Pensare agli americani è ancora impossibile?
«È così, per diversi motivi socio-culturali. Credo che non potremo mai essere messi sullo stesso piano di chi questa cultura l’ha fondata e la vive dentro il sangue da tante generazioni. Oltreoceano si vive l’hip hop da mattina a sera ovunque vadano, fino all’ultimo».

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Bonnot, la tua Bergamo devastata dal virus ti ha fatto riflettere in qualche modo?
«Siamo usciti da un periodo duro, triste. Oltre alla tristezza provo anche tanta rabbia, ci sono state troppe incompetenze, con responsabilità ben precise: penso ai dirigenti delle aziende sanitarie che hanno incassato soldi destinati alla prevenzione e alla cura della salute dei cittadini. Tutto grazie alla corsa frenetica degli ultimi anni verso la privatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale».

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