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24. 04. 2024 05:26

Colapesce e Dimartino curatori della MMW a Mi-Tomorrow: «Qui è facile far sì che le cose accadano»

Per la prima volta nella storia della MMW, sono due artisti a curare la kermesse insieme alla direttrice Nur Al Habash: la nostra intervista

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È una Milano Music Week speciale questa del 2022, soprattutto perché – dietro le quinte della kermesse – a muovere le fila di eventi e musica ci sono Colapesce e Dimartino. Eccezionalmente, i due cantautori ricoprono il ruolo di curatori speciali, affiancando la direttrice artistica Nur Al Habash. È una prima volta, sia per il duo che per la Milano Music Week: mai prima d’ora un’edizione era stata curata da un artista (in questo caso, due).

MMW 2022: per la prima volta due artisti Colapesce e Dimartino cureranno la kermesse insieme alla direttrice Nur Al Habash

Nello specifico, Colapesce e Dimartino hanno curato alcuni panel del Music Talk e l’evento di chiusura, con il concerto del supergruppo Les Amazones D’Afrique (previsto il 27 novembre in Santeria in Viale Toscana), collettivo musicale africano tutto al femminile. I due artisti saranno il volto dell’evento e si esibiranno anche in uno showcase acustico (previsto domenica 27 novembre nella sede di UniCredit in piazza Gae Aulenti).

La MMW 2022, insomma, è fortemente intrisa e contaminata dalla visione del duo artistico. Sul live che li vedrà protagonisti, Colapesce e Dimartino anticipano che si tratterà di un concerto «surreale», da non perdere. Ma è sull’organizzazione degli eventi che i due cantautori hanno concentrato la maggior parte delle energie, guidati dalla curiosità e dalla necessità di porre l’accento «sulle piccole realtà».

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Tra i temi che hanno scelto di esplorare c’è il sesso, ma anche l’impegno sociale legato alla musica, nel tentativo di risolvere gli enigmi di un panorama «in continuo cambiamento». E soprattutto, il duo si augura di «far bene», di aver creato quantomeno un precedente e che portare la visione di due artisti in un’iniziativa così importante possa diventare «una bella tradizione con altri che faranno i direttori artistici dopo di noi».

Per la prima volta, la Milano Music Week è curata da un artista. Due, nel vostro caso. Come avete reagito a questa proposta e qual è stato il vostro approccio al ruolo?
«Siamo stati molto onorati dalla proposta. In qualche modo abbiamo sentito anche la responsabilità di essere i primi musicisti a curare alcuni eventi della Milano Music Week. Speriamo di fare bene e che diventi una bella tradizione con altri che faranno i direttori artistici dopo di noi. Abbiamo preso l’incarico molto sul serio, come prendiamo tutto. E ci siamo messi subito a lavorare sul concerto di chiusura a cui teniamo tantissimo, oltre ad una serie di incontri fuori dall’ordinario».

Avete dichiarato di voler portare «la vostra visione». Come la riassumereste?
«Prima ancora di essere scrittori di canzoni e musicisti, siamo due appassionati di musica e non amiamo i vincoli dei generi musicali e le barriere. Siamo due curiosi e abbiamo approcciato il nostro lavoro di curatori esattamente nello stesso modo in cui ci divertiamo a scoprire regolarmente nuova musica. Speriamo di trasmettere la stessa curiosità al pubblico».

Come sottolineato anche da Beppe Sala, la forza della MMW è quella di celebrare «la filiera musicale in tutta la sua interezza». Quanto è importante questa mission, soprattutto considerando gli anni che ci lasciamo alle spalle?
«Sono stati anni molto duri, tuttora viviamo un periodo molto difficile. Purtroppo l’onda lunga di quello che è successo continuerà a riverberare per anni. Dal lato nostro, è importante che nessuna delle componenti della filiera venga lasciata indietro e che si ponga l’accento sulle realtà più piccole che sono quelle più penalizzate dalla situazione di questi ultimi anni, ma sono anche quelli che portano elementi di novità e rinnovano la linfa vitale della musica».

C’è un’iniziativa, un panel in questa edizione di cui siete particolarmente orgogliosi?
«Abbiamo organizzato due panel dove abbiamo messo a confronto musicisti molto diversi tra di loro, su tematiche scomode come il sesso (e il modo in cui il sesso viene raccontato dagli autori di canzoni) e sull’evoluzione del concetto di impegno sociale associato alla musica. Faremo parlare i cantautori con i rapper e viceversa».

Tra i talk ci sono molti argomenti interessanti: il rapporto tra TikTok e l’industria musicale, la Gen Z, gli NFT. Che panorama emerge secondo voi della musica contemporanea?
«È un panorama che sembra in continuo cambiamento nonostante poi tutto sembri sempre uguale. Probabilmente abbiamo attraversato l’era delle playlist e ora stiamo entrando in una nuova fase. Ci sono tante nuove possibilità che permettono alla musica di essere ovunque, cosa molto bella, anche se sembra sempre diminuire l’attenzione».

Sarete anche protagonisti di uno showcase.
«Sarà un appuntamento particolare, non uno showcase tradizionale, forse un po’ surreale, in cui ci metteremo in gioco alla nostra maniera. Chi verrà, vedrà».

Cosa rappresenta secondo voi, oggi, Milano per il mondo dell’industria musicale?
«È semplicemente la città dell’industria musicale. Un luogo dove è facile far sì che le cose accadano. Ma a noi piace comunque spezzare una lancia a favore della provincia, dei piccoli paesi come quelli da cui veniamo noi, dove la noia finisce per diventare un grande motore per la creatività».

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