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29. 04. 2024 13:08

Drusilla Foer irrompe al Blue Note e si racconta: «Mi sento come un ladro in chiesa»

Dopo l’uscita del suo primo album, coronamento di un sogno rimasto chiuso a doppia mandata nel cassetto, ora Drusilla Foer è pronta a presentarlo dal vivo nel corso di tre serate consecutive il 7, l’8 e il 9 dicembre

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L’amore ancestrale di Drusilla Foer per la musica non poteva che trasformarsi nell’incisione del suo primo album pubblicato da BMG e prodotto da Best Sound, la storica etichetta di Franco Godi che del disco cura personalmente la direzione artistica e gli arrangiamenti.

Il titolo è DRU e contiene tredici tracce, di cui dodici canzoni inedite firmate da autori eccelsi di tante generazioni diverse. Giovedì, venerdì e sabato Drusilla sarà in concerto al Blue Note per presentare dal vivo questa sua opera prima.

Drusilla Foer sbarca al Blue Note

Drusilla Foer, questo disco è un sogno nel cassetto che si realizza?
«Quando si parla di sogni nel cassetto a volte si è un po’ vaghi, per me fare un album era un bellissimo sogno chiuso in una scatola profumata chiusa, a sua volta, in un cassetto difficilmente raggiungibile. L‘incontro con Franco Godi ci ha fatto venire la voglia di ricercare quella scatola nascosta così bene. Abbiamo iniziato a lavorare, a cercare di capire e indagare nell’estetica musicale comune che potevamo avere. Col tempo abbiamo delineato una scelta molto precisa su ciò che volevamo fare come direzione artistica».

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Cosa cercavate?
«L’obiettivo era fare un disco di musica scritta, ispirata e arrangiata che avesse un pensiero non solo musicale ma anche a livello di parola. Abbiamo cercato di scansare la facile via dell’attrazione musicale attuale. So che è presuntuoso dirlo, ma credo sia un disco evergreen di bella musica. Evergreen perché si poteva fare 20 anni fa e al tempo stesso potrei cantarlo tra 20 anni».

Quali sono i temi dei brani?
«Ci sono temi importanti che mi stanno a cuore. Si parla di differenti versioni d’amore. Mogol, Pino Donaggio, Giovanni Caccamo e Tricarico parlano d’amore in modo personale perché si tratta di un sentimento che ognuno vive in modo diverso».

Poi?
«Abbiamo una canzone che parla di guerra, una molto cruda sulla violenza sulle donne che Fabio Ilacqua mi ha regalato chiedendomi di trattarla con cura perché ci tiene molto. Un’altra canzone, scritta da Mariella Nava, parla di pregiudizio. Sono tutti temi attualissimi e contemporanei. È un disco che mi rappresenta molto, se non piace qualcosa di questo disco vuol dire che non piace qualcosa di me».

Quali sono le ispirazioni musicali di Drusilla Foer?
«È una domanda difficile, il mio rapporto con la musica è antico, perenne e insistente, nel tempo il mio gusto musicale è cambiato molto. Quando ero bambina a casa si ascoltava molta musica classica, andavo a vedere le opere e i concerti, anche in Argentina e a Cuba. A un certo punto dell’adolescenza ho avuto il rigetto, quando ero in Texas mi è venuta voglia della musica americana che si ascolta coi jeans molto stretti. Poi in Inghilterra con il glam rock e David Bowie, in Germania con il metal, in Italia con i nostri musicisti straordinari, senza dimenticare il mio amore immenso per il jazz. Sono una specie di colino che filtra un brodo musicale fatto di molti componenti».

Cosa possiamo anticipare delle tre serate al Blue Note?
«Il mio totale imbarazzo nell’essere lì, mi sento come un ladro in chiesa (ride, ndr). Io al Blue Note ho visto artisti di altissima levatura, ma se il destino mi ha portato lì, mi divertirò. Canterò i brani dell’album e proverò a chiacchierare poco, ma non so se riuscirò».

Sul palco di Sanremo 2022 Michele Bravi le disse «La tua presenza racconta la meritocrazia». Che effetto le fecero quelle parole?
«Quello fu uno dei due momenti in cui mi sono emozionata a Sanremo. La serata l’ho fatta scivolare in modo tranquillo, ero lì a divertirmi, avevo molta libertà di movimento con Amadeus. Non è mai arrivato quel momento di panico che tutti mi avevano assicurato sarebbe arrivato. Quando, invece, Michele, un giovane artista così raffinato e sensibile, mi disse quelle parole, sono rimasta colpita. È stato come un padre che dà coraggio a una bambina il primo giorno di scuola. Mi ha molto rassicurata. Io e Michele siamo molto amici, da prima di Sanremo. Quella frase è stata una cosa privata vissuta in pubblico».

E il secondo momento?
«Durante il mio monologo perché mi sono resa conto che stavo dicendo qualcosa in cui credevo veramente».

La meritocrazia esiste?
«Definiamo meritocrazia. Quando la meritocrazia significa dare spazio a coloro che lavorano con lealtà, intellettuale e artistica allora sì, la meritocrazia va pretesa. Arte, musica e cinema, tutti i luoghi di aggregazione devono dare spazio alla lealtà. Stiamo vivendo un momento di recesso in cui serpeggia l’inganno, il parlare per slogan che nega la sfaccettatura degli argomenti. Bisogna meritarsi artisticamente l’attenzione delle persone e si riesce solo se prima di tutto si è leali con sé stessi».

È ancora vivo il desiderio di tornare a Sanremo come concorrente?
«Mi piacerebbe da morire. Un nuovo abito da sera, una nuova canzone da cantare. La parte ludica di Sanremo mi piace molto così come mi piacerebbe proporre una canzone che racconti qualcosa e proponga un’estetica musicale un po’ diversa».

Da chi vorrebbe essere presentata?
«Da qualcuno che mi stima».

C’è un duetto dei sogni?
«Vorrei tanto cantare con Grace Jones».

Da toscana che rapporto ha con Milano?
«Io e Milano ci annusiamo con diffidenza e cordialità. È una città di grandissimo fascino di notte. Io sono una donna molto pigra. La concitazione dei tempi milanesi e questo movimento sussultorio della città più internazionale d’Italia stridono con il mio essere anticamente provinciale. L’età mi sta facendo diventare una persona sempre meno sociale mentre Milano pretende tanta socialità».

C’è un luogo che ama particolarmente di Milano?
«I luoghi dove ho lavorato. Amo moltissimo il Teatro Franco Parenti perché è un grandissimo esempio di coraggio. Un teatro con spazi polivalenti tenuto sempre aperto da una donna molto intelligente e agguerrita come Andrée Ruth Shammah. Poi c’è un negozietto, vicino alla Scala, che adoro. Si chiama Bijoux de Paris dove c’è l’adorata Maia, una signora di gran gusto con cui faccio grandi chiacchierate. Un posto dove vado sempre volentieri».

Che rapporto ha con i fan?
«Sono stata fortunatamente educata alla riconoscenza. Cerco di avere un rapporto il più possibile diretto quando li incontro fisicamente. Il grande mare del web mi fa sentire un po’ zoppicante, leggo i messaggi ma non ho tempo di rispondere a tutti. Dal vivo è diverso, dopo gli spettacoli mi fermo, abbraccio, parlo e ascolto. Sono una persona fisica, quando ci sono fisicamente accolgo tutti come una grande anziana madre. Ho una grandissima riconoscenza per tutto quello che mi è stato dato e ritengo che sia tantissimo».

Cosa si aspetta Drusilla Foer dal 2024?
«Mi aspetto un 2024 dove ci siano delle tracce di cambiamento, la percezione di un cambiamento che sta per arrivare. Vorrei almeno intravedere una politica che lavora in modo coeso, ognuno portando la propria visione. Mi piacerebbe che le persone avvertissero la gravità della guerra. Vorrei che la fatina del rispetto entrasse in tutte le scuole del mondo e, con un incantesimo, spiegasse ai bambini cosa bisogna fare per migliorare il mondo. Bisogna avere rispetto di sé, delle donne, degli uomini, del pensiero e della religione altrui».

Drusilla Foer, tre serate al Blue Note

Il 7, l’8 e il 9 dicembre il pubblico di Drusilla Foer potrà ascoltare dal vivo il nuovissimo album Dru. L’artista sarà sullo storico palco del Blue Note accompagnata da sei musicisti e dal trio vocale delle Blue Doll’s. Il disco d’esordio di Drusilla è composto da tredici brani di cui dodici inediti.

A comporli grandi autori della musica italiana come Pino Donaggio e Maurizio Piccoli, Pacifico e Vittorio Cosma, Mariella Nava, Giovanni Caccamo, Mogol e Donida, Tricarico e Luca Rossetti, Ditonellapiaga, Fabio Ilacqua, Fausto Cogliati, Franco Godi, Lelio Luttazzi e Fosco Maraini.

L’album, in una preziosa confezione da collezione, è disponibile in due formati e tre versioni diverse, corredate da testi e fotografie originali. Drusilla ama condividere la complicità con il pubblico e sarà anche l’occasione per riascoltare alcuni dei suoi pezzi preferiti già inseriti nei suoi spettacoli, compreso un omaggio ad Amy Winehouse.

Giovedì, venerdì e sabato alle 20.30
Blue Note
Via Pietro Borsieri 37, Milano
Biglietti: 55 euro + prevendita su ticketone.it

Chi è Drusilla Foer

Drusilla Foer, cantante, attrice e autrice originaria della Toscana, è da tempo un’icona di stile. Frequenta con successo teatro, televisione e cinema, diventando in breve una star di culto anche sul web, con oltre 800mila follower attivi su Instagram, 1 milione su Facebook e 70mila su Youtube. Ha all’attivo due spettacoli teatrali, da lei scritti e interpretati. Il primo è Eleganzissima, il recital divenuto nel tempo un format di culto, con la direzione artistica di Franco Godi, fra racconto, musica dal vivo e canzoni, che debutta in anteprima nazionale al Teatro Franco Parenti di Milano nel 2016.

Il secondo è Venere Nemica, testo ispirato alla favola di Apuleio Amore e Psiche per la regia di Dimitri Milopulos, che debutta con una serie di anteprime a inizio 2020. I primi passi verso la notorietà risalgono al 2012, quando debutta nel cinema con Ferzan Özpetek in Magnifica presenza e in TV con Serena Dandini per The show must go of su La7. Tra le esperienze in tv non si può non ricordare la co-conduzione, insieme ad Amadeus, della terza serata del Festival di Sanremo nel febbraio 2022.

Nel maggio seguente Drusilla Foer presenta con Carlo Conti la 67° edizione dei David di Donatello mentre il 20 giugno 2022 viene insignita del Nastro D’Argento per il cameo nel film Sempre più bello. Nel 2023 esce al cinema Cattiva coscienza, una commedia romantica contemporanea con venature fantasy, gira poi una serie Netflix che vedrà la luce nella stagione 2023-24, ma soprattutto pubblica il suo primo progetto discografico, DRU, un album con 12 canzoni inedite (e una poesia). Per il 2024 è finalmente in programma il primo tour di Venere nemica, la pièce teatrale supportata dalla musica con un repertorio inaspettato, intenso, crudele, a tratti musical, che nel 2020 fu costretta a fermarsi a causa della pandemia.

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