A distanza di quattro anni da 20143 Milano Navigli prosegue l’analisi introspettiva della nuova promessa dell’indie italiano (classe ‘98) Manfredi con il nuovo singolo Milano Droga (Foolica), disponibile in streaming e digital download.
Da 20143 Milano Navigli cosa è cambiato?
«Questa volta Milano l’ho imparata a conoscere. Avevo raccontato la città con gli occhi della provincia. Oggi, a distanza di quattro anni, mi sento di averla vissuta a pieno, è diventata il palcoscenico della mia vita e anche delle mie delusioni».
Quali?
«Milano Droga parla della fine di una relazione con una ragazza. “So che non ti manco mai” è una bugia che trova spazio nei versi, non è vero che c’è da perderci quando una storia finisce. Milano dà e toglie molto in questo senso, come una droga che nel tempo ti porta a cambiare senza accorgertene».
Nel testo dici che «Milano cambia le persone». Quanto ha cambiato te?
«Molto, non so se in meglio o in peggio. Viverla così frequentemente da pendolare – rimango fedele alla periferica Parabiago – mi permette di non rinunciare alle passeggiate nel verde e agli spazi più ampi, però a volte mi manca quel sentirsi vivo che solo il centro città sa trasmettere».
Cosa pensi dell’invasione indie a Sanremo?
«Se danno spazio a tanti giovani, vuol dire che se lo meritano. Madame, ad esempio, ha le carte giuste per farsi valere, solo se mantiene le caratteristiche street e urban dei primi singoli, altrimenti verrebbe meno la sua coerenza artistica. I Pinguini Tattici Nucleari hanno convinto tutti perché sono rimasti loro stessi. Faccio il tifo per i Coma_Cose, se rimangono coerenti possono puntare in alto».