9 C
Milano
26. 04. 2024 05:36

Notre Dame de Paris, Cocciante: «Vent’anni di opera popolare che non perde il suo valore»

Parte da Milano la nuova tournée: da giovedì agli Arcimboldi torna il cast originale

Più letti

L’opera popolare italiana più nota torna in scena dopo vent’anni di successi – raccolti non solo in patria, ma in tutto il mondo – e lo fa partendo dal Teatro degli Arcimboldi, sede di un mese di appuntamenti che avranno inizio giovedì 3 marzo alle 21.00: tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, Notre Dame de Paris ha conquistato, con le musiche firmate da Riccardo Cocciante, più di quattro milioni di spettatori in oltre 1300 repliche italiane ed oltre tredici milioni di spettatori internazionali in 5400 spettacoli. Non a caso viene definito “lo spettacolo dei record”.

Notre Dame de Paris, il ritorno parte da Milano

Dopo vent’anni, Notre Dame de Paris gode, ancora oggi, di tanto affetto da parte del pubblico. Questo la sorprende?
«Pur essendo trascorsi così tanti anni la maestosità di questo spettacolo non accenna a perdere il valore del primo giorno. C’è uno spirito vivo nel volerlo rappresentare ancora oggi e questo rispecchia e ne esalta la sua forza espressiva».

Perché la si può considerare un’opera contemporanea e moderna?
«Perché parla dell’animo umano e di tutte le sue sofferenze, uguali a ieri come oggi. La lotta per la propria accettazione nel mondo passa dai clandestini come in Quasimodo ed Esmeralda, i protagonisti, due anime diverse che lottano per essere amati ed amare».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Imporsi, un ventennio fa, nel settore teatrale italiano definendosi “opera popolare” quanto è stato difficile?
«Quando abbiamo iniziato con la versione originale francese, nel 1998, non sapevamo come definire Notre Dame de Paris: non era un’opera o operetta tradizionale e nemmeno musical inglese o americano. Era qualcosa di diverso. Ai tempi lo avevamo definito spettacolo musicale, semplicemente, però nel tempo ho capito che non bastava».

Ovvero?
«L’opera incontrava, per la prima volta, il carattere popolare. Non era più rivolta ad un pubblico d’élite, ma era aperta a tutti. Nacque, così, la definizione di opera popolare, ovvero un’espressione musicale – cantata dall’inizio alla fine – capace di essere trasmessa a tutte le età e generi di pubblico».

Qual è stato l’anno simbolo tra questi venti di vita?
«L’anno della nascita, avvenuta con autenticità – insieme all’autore delle liriche francesi Luc Plamondon – senza l’idea di creare un successo. Non eravamo coscienti del fatto che stessimo creando qualcosa di nuovo. Abbiamo sentito l’onda di novità che Notre Dame stava lentamente generando tra lo stupore generale, viaggiando poi in otto lingue in tutto il mondo, fino ad arrivare in Giappone, Cina e Corea, dove è attualmente in scena in francese».

Cosa le ha regalato Milano in questi anni?
«La sensazione di essere in una città estremamente ricettiva. Qui ho sempre trovato un pubblico caldo. Ha una tradizione di spettacoli e teatri alle spalle che l’hanno resa un ottimo giudice: amo venire qui perché incontro un pubblico preparato, capace di giudicare ed apprezzare quello che vede».

Da giovedì 3 marzo a domenica 3 aprile
Teatro degli Arcimboldi
Viale dell’Innovazione, 20
Biglietti: da 25 euro su ticketone.it

 

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...