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24. 04. 2024 00:23

Sanremo Giovani: i Colla Zio la quota milanese, chi accederà tra i Big?

Tra poche ore Amadeus svelerà chi tra questi giovani talenti potrà accedere al Festival, noi vi presentiamo i giovani talenti lombardi

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I Colla Zio, tutti tra i 20 e i 25 anni, sono la quota milanese fra i 12 ad aver superato le selezioni di Sanremo Giovani: stasera su Raiuno saranno la metà ad accedere fra i Big del Festival

I milanesi “alla carica” di Sanremo Giovani: tutti i giovani talenti pronti per il Festival

Di cosa parla il vostro brano, Asfalto?
«Dell’asfalto milanese. Con questa metafora raccontiamo una relazione difficile, che non è più amore. Ma lo facciamo con la leggerezza di un brano frenetico, caotico, tutto da ballare: questo sottolinea quanto, spesso, noi ventenni non sappiamo bene come affrontare la vita, se non con coniugando leggerezza e malinconia».

Cosa vi aspettate dalla finale?
«Di poter mostrare la nostra forza musicale, grazie all’intreccio delle nostre voci e al sapersi divertire sul palco: saranno le nostre armi segrete, perché ci piace suonare dal vivo, lo facciamo da anni. Ci siamo preparati al meglio per fare bella figura».

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Preferite farvi chiamare collettivo e non gruppo. Perché?
«Rende meglio la nostra situa, siamo una band o banda nel senso milanese del termine. Colla perché siamo incollati, ed è stata la musica a farlo».

Da quale zona di Milano provenite?
«Dalla zona est della città, in varie declinazioni, ma il nostro punto di incontro è piazza Leonardo da Vinci: qui siamo nati artisticamente nel 2015, come artisti di strada. Ci è sempre piaciuto cantare in gruppo, oggi siamo in cinque ma prima ne eravamo una quindicina, e ci divertivamo molto. Sono stati anni di affinamento tecnico, poi dal 2019 abbiamo iniziato a scrivere le prime canzoni».

Come definireste la vostra città?
«Come tanti, con un odi et amo. Milano ti mette continuamente in discussione, è controversa nel suo essere grigia. Ma ci ha regalato la gioia di poterci esibire in contesti come Magnolia, Arci Bellezza, e recentemente Santeria in occasione della Milano Music Week».

Che rapporto avete con il Festival di Sanremo?
«Qualche volta l’abbiamo seguito per tradizione, in ogni caso arriva nelle case degli italiani. Lo scorso anno ci ha colpito Tananai, milanese come noi, lo conoscevamo già da prima grazie al brano Baby Goddamn».

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GLI ALTRI 11

 

Mille porte
MANINNI, 24 anni

Sanremo Giovani«Mille Porte è un brano che rappresenta la mia lotta tra divino e profano: spesso non ci rendiamo conto che i nostri mostri possono prevalere sulla sensibilità umana, destabilizzando il nostro io. Qui racconto di quando mi sono ripromesso di ritrovare la serenità nelle piccole cose quotidiane. Ricordo ancora il momento in cui tutta la famiglia si riuniva attorno alla televisione per commentare le esibizioni sanremesi: questi momenti mi divertivano, ma allo stesso tempo proiettavo il mio pensiero su quel palco, sognando di poterci salire un giorno. Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni è la mia canzone tra tutte, mentre tra i giovani ammiro Ultimo».

La città che odi
gIANMARIA, 20 anni

Sanremo Giovani«Questo è forse il mio brano più leggero e spensierato uscito fino ad ora, anche se nasconde un argomento molto delicato, quello della dipendenza affettiva. L’ho vissuta nell’ultimo anno e non mi faceva stare bene, alcune relazioni rischiano di farti perdere te stesso, qui ne parlo con chiaroscuri e contrasti. Oggi l’ho superata. La città che odi è figurativamente anche di Milano, città in cui abito oggi, tra San Gottardo e Cermenate. Dopo il MI AMI e i Magazzini Generali, spero di esibirmi presto in club ancora più grandi. Sanremo? A dire la verità mi annoiava prima di appassionarmi alla musica, ma ora lo seguo. La vittoria di Mahmood è stata una vera rottura musicale, ha rappresentato un prima e un dopo, mentre mi ha colpito vedere sul palco Madame perché la conosco personalmente».

Sottoterra
SETHU, 25 anni

Sanremo Giovani«Sottoterra è una dichiarazione d’amore un po’ atipica: mi piace scrivere utilizzando immagini forti che richiamano il mio immaginario dark. Racconta di quando trovi una persona che ti fa stare bene proprio come l’ora d’aria per chi è chiuso in carcere. Un modo per respirare in questo mondo così complicato e difficile. Negli ultimi anni ho visto un cambiamento che mi ha riavvicinato sia come spettatore che come artista al Festival. Sarà la mia prima volta in tv, ora sento di poter dire la mia. Nel 2019 Soldidi Mahmood ha aperto le porte ad un nuovo modo di fare pop in Italia. Quest’anno il livello è alto, siamo tutti lo specchio della scena giovane più o meno emergente, c’è tanta qualità».

Tua Amelie
NOOR, 17 anni

Sanremo Giovani«Il brano che porto in gara parla di un dolore. È un dialogo tra due parti di me: una che ha subito un torto, e l’altra che vuole rinascere, che vuole lasciar perdere quel dolore e andare avanti. Poter partecipare a Sanremo Giovani è un sogno, devo ancora realizzare. Tra tutte le edizioni che ho visto sono legata a quella del 2013, perché è stato il primo che ricordo e che quindi mi è rimasto nel cuore. Tra tutti i giovani che ho potuto ammirare mi hanno colpito Blanco e Matteo Romano, protagonisti lo scorso anno: sono due artisti fantastici e li stimo molto».

Giorno di scuola
ROMEO & DRILL, 25 e 27 anni

Sanremo Giovani«Zaino in spalla, spalle larghe e nuovo inizio. Con Giorno di scuola apriamo lo zainetto mettendo dentro l’ironia del ricordo, le ansie e le aspettative. Pronti per iniziare una nuova vita, come se fosse il primo ultimo giorno di scuola. Qui cantiamo la rinascita, vedersi belli oggi paragonandosi all’alba, ma ricordandosi che qualche ora dopo si sarà belli come il tramonto. Sanremo è il traguardo massimo che ogni artista in Italia può raggiungere. L’ultima edizione ci è piaciuta, c’è stata una competizione incredibile, tra due personaggi televisivamente assurdi come Mahmood e Blanco e una voce incredibile come quella di Elisa. Ma il nostro preferito è Ultimo, Il ballo delle incertezze è stato un brano incredibile».

Sincera
GIUSE THE LIZIA, 21 anni

Sanremo Giovani«Sincera racconta quella parte di me più incline a trovarsi in mezzo a storie complicate. Parlo di una relazione non felice che mi fa andare giù. Il mio rapporto con Sanremo è piuttosto recente, dato che – ammetto – in tempi più antichi non mi prendeva tantissimo. A casa si vedeva, ma a me piaceva ascoltare altra roba. Ultimamente l’ho riscoperto come molti altri giovani, e sono andato a ripescare capolavori del passato, come Ma che freddo fa di Nada del 1969, un pezzo a cui sono molto legato. Conosci quasi tutti gli altri finalisti, li stimo sia artisticamente che umanamente. Su tutti, probabilmente Olly ha il sound più swag, quest’anno il livello è veramente alto».

L’anima balla
OLLY, 21 anni

Sanremo Giovani«Ci sono stati tanti momenti nella mia vita in cui ho avuto paura di non farcela, perché sentivo il peso della passione che provavo per ciò che facevo, più forte della mia capacità di riuscire a metterla in atto. L’anima balla è quella canzone che mi ha aiutato a capire che, finché il fine è molto grande, finché c’è qualcosa che ci muove dentro, non c’è alcuna ragione di avere paura. Nella mia famiglia Sanremo è un’istituzione e da poco lo guardo anche io, perché ci sono artisti che rappresentano a pieno la scena musicale contemporanea e questo è un grande merito di Amadeus. Sono entusiasta all’idea di essere a Sanremo Giovani e non nego che l’obiettivo è quello di andare avanti nella competizione. Essere arrivati fin qui è importante, ma penso anche alle date primaverili che mi aspettano, il 6 aprile 2023 ai Magazzini Generali di Milano e il 16 aprile a Largo Venue di Roma».

Le cose più importanti
WILL, 23 anni

Sanremo Giovani«Le cose più importanti parla d’amore, ma anche di tutte quelle cose che bisogna trovare il coraggio di dire nella maniera più semplice possibile, perché non sappiamo quante possibilità avremo poi per dirle. Parte da una mia vicenda personale che racconterò dopo Sanremo Giovani perché voglio che ognuno dia la propria interpretazione. Sanremo è il sogno di ogni musicista: sono affezionato alle ultime edizioni perché più vicine al mio mondo musicale. Ho ben presente Soldi di Mahmood, da lì in avanti qualcosa è cambiato per le nuove generazioni. E il caso più eclatante credo sia sicuramente quello di Tananai»

Maldite
MIDA, 23 anni

Sanremo Giovani«Malditè parla di una dolce relazione tossica che ho vissuto in prima persona. Ho scritto il brano quando questa relazione è finita e racconta di un rapporto che ci ferisce continuamente, ma che non riusciamo a lasciar andare perché attaccati all’idea che avevamo di quella persona e di ciò che ci faceva sentire. Sicuramente essendo giovane le ultime edizioni di Sanremo mi hanno segnato più delle altre. In particolare, l’ultima mi ha colpito tanto soprattutto per i brani in gara, sono stati presentati Brividi e Dove si balla che mi sono piaciuti moltissimo. Mi ha colpito poi Tananai perché, oltre ai suoi brani, è riuscito secondo me a portare la sua personalità, dimostrando che non conta solo quello che fai ma anche come sei e come reagisci a quello che succede».

Sotto voce
SHARI, 20 anni

Sanremo Giovani«Sotto voce lo definirei come un brano introspettivo, parla di quando si cerca di scappare dalla realtà e del peso di questa scelta. Spero che Sanremo sarà il mio posto giusto al momento giusto, sto crescendo insieme alla musica come se fosse mia sorella, quindi non la abbandonerò mai: negli anni ho sempre seguito il Festival con molto interesse, e l’immagine che mi è rimasta appartiene a Dolcenera, mi aveva capito molto da piccola».

Pipille
FIAT 131, 29 anni

Sanremo Giovani«Porto questo nome d’arte per onorare la macchina di mio nonno, nella quale ascoltavamo sempre insieme il cantautorato italiano, che oggi mi permette di fare musica. Pupille è una dedica d’amore, solo rispecchiandosi nelle pupille degli altri ci si può veramente capire e comprendersi. Tutto quello che un uomo di Sergio Cammariere è il brano sanremese che più ricordo volentieri, non solo perché è calabrese come me, ma perché rappresenta la raffinatezza in musica e parole».

 

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