“Quel giorno tu sarai”, la recensione
Una famiglia attraverso tre generazioni si confronta con l’eredità della Shoah, dalla nascita miracolosa di Éva in un campo di concentramento fino alla vita quotidiana del nipote Jonas e di sua madre nella Berlino di oggi. Una vicenda di straordinaria intensità quella raccontata dal regista Kornél Mundruczó e dalla sceneggiatrice Kata Wéber con Quel giorno tu sarai.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2021 e con Martin Scorsese nella veste di produttore esecutivo, il film trae spunto da eventi realmente accaduti e rappresenta una potente indagine su memoria e identità. Il regista di Pieces of a Woman naviga territori inesplorati e accende i riflettori sul valore del tempo in tre diversi episodi.
La Shoah viene narrata da un punto di vista originale, senza filtri e con grande vigoria artistica, basti pensare ai diversi strumenti espressivi utilizzati per amplificare emozioni e sentimenti, tra dolore e libertà, tra dramma e realismo. Menzione speciale per la fotografia di Yorick Le Saux, già collaboratore di Guadagnino e Jarmusch.
Già in sala
Paese: Germania, Ungheria
Durata: 97 minuti
Regia: Kornél Mundruczó
Genere: drammatico
Voto: 7,5