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26. 04. 2024 06:45

La nostra Milano del futuro

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La nostra Milano del futuro

Per raccontare la “Milano del Futuro” si può partire da un numero: 324. Tante sono state le persone che dallo scorso settembre hanno espresso la loro visione della città, i dubbi, le paure ma anche le speranze, gli ideali, i progetti. E’ stata una carrellata di incontri uno diverso dall’altro, tutti fatti sulla strada, senza nessuno schema preordinato: è venuta fuori una galleria di umanità sempre diversa, mai uguale, vivace e mai banale.

INTEGRAZIONE • Si può dire che la Milano del Futuro è più che una rubrica, se la si segue con costanza si può capire come batte il cuore di questa città perché ogni intervento aiuta a tastarne il polso, a capire gli orientamenti. Sono emerse tante cose, le difficoltà della vita quotidiana, o meglio la fatica che questa città ti impone senza pause, senza sconti. Sono apparsi evidenti alcuni aspetti che qualcuno cerca di nascondere o di minimizzare. Iniziamo con quello più evidente: Milano è una città multietnica, basta muoversi dal centro in direzione periferia per accorgersene. L’integrazione degli stranieri non è facile, alcune interviste sono state fatte in inglese o spagnolo perché i nuovo arrivati non parlano l’italiano. Gli italiani non sempre confidano nel successo dell’integrazione, ci sono forti preoccupazioni e non pochi sostengono che Milano non è in grado di accogliere altri migranti.

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IN CRESCITA • Tutti, o quasi, ritengono che Milano negli ultimi anni sia cresciuta e che le prospettive sono positive. Cresce l’orgoglio di sentirsi milanesi, un sentimento molto forte soprattutto in chi non è nato in questa città ma, dopo un po’ di tirocinio, si sente ambrosiano al 100%: nonostante le difficoltà, lo smog, il traffico, la vita di corsa, il lavoro stressante nessuno ci ha confidato che pensa di lasciare questa città.

I TEMI PIÙ GETTONATI

SICUREZZA
Il tema della sicurezza è molto sentito, in modo particolare nelle zone periferiche. Ci si lamenta dei rischi che si corrono a frequentare di notte certi quartieri e anche alcune linee dei bus. A sentirsi insicure sono spesso le donne e gli anziani. Nel mirino ci sono spesso gli stranieri anche se, fatto da non trascurare, anche tra gli extracomunitari c’è una domanda di legalità: i tanti che lavorano e sono integrati chiedono più ordine, legalità, controlli, non tollerano che la notte ci sia gente che fa schiamazzi disturbando i loro sonni.

CAROVITA E STRESS
Città faticosa, stressante e molto cara. Ci sarebbe bisogno di più verde, maggiori momenti liberi, un’aria più pulita, meno frenesia, rapporti meno veloci: queste le esigenze che al momento molti milanesi esprimono ma vedono poco soddisfatte. Altra grana riguarda i soldi: anche chi sta bene osserva che si sta esagerando con i prezzi, in modo particolare per quanto riguarda le abitazioni: comprare una casa resta un traguardo molto impegnativo, stesso discorso per gli affitti che mangiano una grossa quota degli stipendi.

CITTA’ INTERNAZIONALE
Chi viaggia nelle principali città del mondo lo dice senza problemi: Milano negli ultimi anni ha acquisito una dimensione internazionale, i servizi sono migliorati, gli eventi si susseguono e sono di altissima qualità, in ogni settore si raggiungono picchi di eccellenza paragonabili solo a quelli che possono vantare le principali città europee. Un’euforia nuova, un orgoglio di appartenere a questa città che fa bene sperare: per tutti, infatti, la città deve ancora crescere, migliorare, sperimentare, senza fermarsi mai.

 

Giulio Tomasi
25 anni, operaio

Sono nato all’Ortica, il posto che preferisco è Lambrate perché è un quartiere gradevole, tranquillo, sicuro. Non vedo bene il futuro di questa città, c’è un problema molto evidente: l’impossibilità di gestire l’arrivo degli stranieri, non si riesce a gestirli, a integrarli. Altro problema è la sicurezza.

Laura Falliva
61 anni, commerciante

Se Milano vuole davvero fare un salto di qualità deve investire sulla bellezza e sulla sicurezza anche fuori dal centro. Vedo che c’è un po’ di trascuratezza sull’arredo urbano, nella cura di strade, piazze, marciapiedi, fontane, vorrei maggiore attenzione perché il decoro di una città è una cosa importante.

Francesca Interlenghi
44 anni, web designer e insegnante

Milano è una città dove puoi lavorare bene ma sta diventando troppo costosa, per vivere bene deve guadagnare tanto: basta avere un figlio per capire il livello dei costi. Vedo comunque una nuova tendenza: negli ultimi tempi sono emersi fermenti positivi.

Raffaele Acampora
19 anni, pizzaiolo

Mi trovo abbastanza bene in questa città, mi piace. Arrivo da Napoli dove un po’ tutto è diverso, anche le persone sono diverse: sapevo di arrivare in un posto frenetico, freddo e devo dire che ho avuto subito la conferma. Tornare nella mia città? No, voglio restare qui.

Virginio Tettamanti
65 anni, artigiano

Milano è una città efficiente, lo posso testimoniare in quanto ho appena avuto problemi di saluti e ho ricevuto cure sanitarie di altissimo livello, posso dire che la sanità milanese è un vanto della nostra città. Tante altre cose sono ottime come i trasporti, l’ordine, la pulizia.

Maria Alessandra Luccioli
34 anni, architetto

Milano è una città bellissima, c’è la possibilità di conoscere molta gente, di vario tipo. La cosa che più mi affascina è che è una città da scoprire in continuazione, non si finisce mai. Ho studiato a Ferrara, città molto bella ma questo è un posto diverso in cui voglio vivere.

Diinesh Ranieri
31 anni, cuoco

Ci sono molte cose positive di questa città: tanti giovani, grande vitalità, tante nazionalità. La sera si possono trovare tanti posti per stare bene, io prediligo i Navigli, Porta Venezia e il centro Macao in via le Molise. Cose da migliorare? In primo luogo la metro deve funzionare tutta la notte.

Kaya Latif
31 anni, ristoratore

Premesso che mi trovo bene devo dire che questa città è un po’ difficile. Il costo della vita è alto, se hai una famiglia è problematico arrivare a fine mese con un solo stipendio: il problema più grande è rappresentato dalle abitazioni, gli affitti sono decisamente alti.

Silvia Sangiorgio
34 anni, impiegata

Ci ho messo 3 anni per far si che sentissi Milano come la mia città. Perché? E’ un po’ fredda, bisogna essere tenaci ma poi la strada è in discesa. Mi piace il respiro internazionale che altre città non hanno, il fatto che non è mai ferma, la sua capacità di accogliere le influenze culturali.

Gaetano Berardi
80 anni, pensionato

Il mio impatto con Milano è avvenuto agli inizi degli anni ’60, venivo dalla Puglia e in tre giorni ho trovato un lavoro. Qui mi sono sempre trovato bene, Milano non è Torino, non ti chiede chi sei ma cosa sai fare: se lavori e fai la persona seria vieni rispettato.

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