Occupato il liceo Einstein di Milano: nella mattinata di lunedì 18 marzo l’istituto in zona viale Umbria è diventato l’ennesima scuola oggetto della protesta studentesca. I ragazzi si sono ritrovati verso le 7.00 del mattino dando vita a un picchetto, per impedire l’ingresso a compagni e professori. L’obiettivo degli occupanti è di gestire la scuola con attività autogestite fino a sabato ma le lezioni resteranno sospese del tutto soltanto lunedì e martedì.
Liceo Einstein di Milano, nottate a scuola previa prenotazione
«Mercoledì e giovedì gli studenti che lo vorranno potranno seguire regolarmente le lezioni; agli altri studenti sarà concesso l’uso di alcuni spazi per l’organizzazione di assemblee e dibattiti», spiega una circolare della preside Alessandra Condito. Il numero di ragazzi è limitato e per prenotare e partecipare attivamente all’occupazione è a disposizione un link online privato accessibile soltanto tramite le e-mail della scuola. Anche l’Einstein, come altri istituti, aveva già organizzato la cogestione, nelle scorse settimane.
Liceo Einstein di Milano, parlano gli studenti
«Molti professori non si aspettavano questa occupazione e magari non l’hanno presa bene, ma ci aspettiamo che siano aperti a una discussione sui temi che portiamo avanti – racconta uno dei promotori -. Abbiamo occupato quasi tutta la scuola, tranne gli uffici, le aule tecniche e i laboratori, proprio per scongiurare possibili danni. Vogliamo conservare la scuola così com’è. La scuola è uno strumento non un posto da vandalizzare. E anche di notte resteremo a dormire, ma in numero limitato, per continuare il gesto di protesta. L’occupazione non è una perdita di tempo, è una cosa seria e vogliamo dimostrarlo».
Liceo Einstein di Milano, le ragioni degli occupanti
«Nella nostra scuola manca il confronto, elemento fondamentale per riuscire a migliorare lo spazio e a migliorarsi. È da tempo ormai che portiamo avanti la richiesta di una commissione paritetica, un’assemblea che preveda incontri con lo stesso numero di rappresentanti per ogni componente scolastica, cercando compromessi e decisioni condivise che evitino successive lamentele e incomprensioni. Aiuta i professori ad aprire gli occhi a un nuovo punto di vista, a parlare con gli studenti per riuscire a creare un rapporto più pacifico e corretto. Aiuta tutti a mettersi in discussione, a capire i propri errori e migliorare questo spazio condiviso che viviamo ogni giorno e che dovrebbe rappresentare ognuno di noi», scrivono gli studenti in un documento di rivendicazione.