Abbracci Gratis, Castaldo: “Perché abbracciare sconosciuti è emozionante”

Abbracciare sconosciuti è emozionante
Abbracciare sconosciuti è emozionante

«Io mi fido di te, e tu? Riesci anche solo per un attimo a gettare la maschera, toglierti la corazza e fidarti di me? Di me che sono come te e che non voglio altro che abbracciarti».

 

È attorno a questo slogan, che si sviluppa la filosofia di Con-tatto “Abbracci Gratis” che promuove eventi in tutto lo Stivale, Milano compresa (il prossimo il 22 marzo alle 17.00 in Darsena. Info: abbracci_gratis@libero.it).

A spiegare di cosa si tratta è Mirko Angelo Castaldo, responsabile nazionale.

Mirko, com’è nato il vostro progetto e in che cosa consiste?
«Abbracci Gratis non ha nessuna pretesa. Nel 2015 mi venne l’idea di sviluppare un esercizio di teatro, essendo io attore e regista, con i ragazzi di un mio laboratorio. Era un esercizio sulla fiducia. Ci piacque molto e dopo qualche mese si rifece. In parallelo decisi di creare la pagina su Facebook e iniziarono a contattarmi persone da tutta Italia che mi chiedevano di spiegargli l’evento e mi proponevano di realizzarlo nelle loro città. Mi inventai la figura del referente, una persona che in ogni città si prende l’impegno di organizzare abbracci gratis».

Cosa vorreste trasmettere?
«L’obiettivo, come recita il motto “io mi fido di te”, è la fiducia. Nella versione reale dell’evento siamo bendati. Non è abbracci gratis stile free hugs ma è un passettino più avanti. C’è una sorta di bodyart, una performance che viene eseguita da chiunque. L’idea è piazzarsi bendati al centro di una strada e lasciarsi abbracciare da chiunque senza se e senza ma».

Con quale intento?
«Penso che la nostra civiltà per quanto evoluta stia perdendo il contatto con l’umano, con il vicino. È sempre più difficile incontrarsi, trovare spazi di aggregazione, di confronto reali. Ci rifugiamo nei social ed è importante per me non perdere mai il contatto con la realtà. Con-tatto “Abbracci gratis” è un evento che nasce da un social ma che lo utilizza come mezzo di divulgazione. Perché il vero evento si svolge in piazza. Diversamente dai fenomeni virali moderni che invece nascono, si svolgono e muoiono sui social».

Come reagiscono le persone?
«Inizialmente possono essere scettiche o entusiaste, dipende dal carattere, ma poi quando trovano il coraggio di partecipare ad Abbracci gratis, tutti ritornano a casa con un arricchimento emotivo enorme. Abbracciare sconosciuti in strada, per di più essendo bendati, è un’esperienza straniante, e per chi non è abituato è molto intensa».

Perché consigliate di presentarsi bendati?
«Nella versione classica di Abbracci gratis (Free hugs) vedi chi abbracci, lo scegli, lo inviti attivamente. Nella versione bendata, non sai se in quel momento qualcuno ti sta per abbracciare e ti poni in passività. Ti può accadere di tutto. Mentre nella versione classica molta gente evita di abbracciare perché si sente costretta; nella versione bendata anche il più timido trova il coraggio di farlo perché pensa che sia tu, bendato, ad avere bisogno. Si concede di più, dura di più l’abbraccio. Si sente meno giudicato, meno forzato. Si lascia andare. Molto spesso ha la necessità di ringraziare. In questo modo si aggiunge quel tocco di verità, rispetto alla versione classica con i cartelli e senza benda».

Che benefici possono portare questi eventi a una realtà come quella milanese?
«Nei piccoli centri, questo tipo di iniziative servono perché smuovono la quiete, la routine di un paese dove tutti o quasi si conoscono ma dove si sta perdendo il senso di comunità. Nelle grandi città o metropoli, dove tutto è frenetico, veloce, immediato, trovare iniziative di questo tipo svia, distrae, sorprende. Il milanese che partecipa ad Abbracci gratis si riappropria per un po’ della sua città, la sente più sua. Viene abbracciato dal milanese, dal turista, da chiunque e si emoziona nel percepire il contatto con la propria terra, che in altri giorni magari vive freneticamente».

Abbracciare sconosciuti è emozionante
Abbracciare sconosciuti è emozionante