Le finestre sul cortile. Un piccolo grande capolavoro: come il film di Hitchcock, cui il titolo strizza l’occhio. In effetti, anche qui la regia è niente male. L’apoteosi della soggettiva, oggi come allora.
Le finestre sul cortile, storie dalla quarantena
L’idea. Le finestre sul cortile è un programma in onda tutti i martedì alle 18.30 su shareradio.it, la webradio metropolitana che in queste settimane di serrata da emergenza coronavirus continua la sua missione di sempre, promuovere coesione sociale a Milano, aumentando gli sforzi e aprendosi al racconto della città, mettendo il microfono nelle mani di tutti coloro che hanno qualcosa da dire.
A promuovere l’iniziativa è la stessa Shareradio, assieme a Super, il festival delle periferie, con il sostegno dei fondi 8 per mille della Chiesa Valdese e in collaborazione con Metropolitana Milanese, cui è affidata la gestione del patrimonio immobiliare pubblico del Comune di Milano.
Già, perché le finestre del titolo sono quelle delle case popolari: quasi sempre citate come emblema del degrado delle periferie, ma, in realtà, anche terreni fertilissimi in cui germogliano semi di rara bellezza (la rassegna estiva Scendi, c’è il cinema ne è uno dei tanti esempi).
Format. In un momento in cui, proprio come il fotoreporter protagonista della pellicola hollywoodiana, siamo costretti a casa, Le finestre sul cortile punta l’ideale binocolo verso i vicini di casa per (far) raccontare la vita delle case popolari in questi difficili giorni di quarantena. In ogni puntata vengono intervistati alcuni abitanti e, a seconda dei temi trattati, sono coinvolti ospiti esterni.
Si raccontano esperienze solidali nate in queste settimane, come la spesa sospesa o la produzione di mascherine per i quartieri, si danno notizie aggiornate, si fa il punto su servizi utili, strumenti per la scuola, suggerendo attività per riempire la giornata.
Tassello dopo tassello, si compone un mosaico di voci, storie e temi: una grande narrazione collettiva, che si tiene a debita distanza dalle polemiche, fortemente e inevitabilmente calata nel presente, ma che guarda al futuro.
Con un invito: durante le dirette, posizionare le casse dello stereo o il pc davanti alla finestra e alzare il volume, in modo che le persone si affaccino ai balconi in una sorta di flash mob settimanale.
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Le finestre sul cortile, l’intervista
«A emergenza finita, dirette live nei cortili»
Federica Verona (SUPER): «Un’ora d’aria e di libertà»
«È un modo per provare a raccontare la storia sommersa di Milano, spesso lontana dai giornali e dai social network, mettendo al centro l’umanità delle case popolari, valorizzando il mutuo aiuto, la socialità e la forza dell’unione».
Così a Mi-Tomorrow Federica Verona, creatrice di Super (iosonosuper.it), il festival permanente e itinerante che dal 2015, attraverso l’associazione TumbTumb, ascolta, racconta e valorizza il mondo delle periferie milanesi.
Come è nata l’idea?
«Parlando al telefono con Nicola Mogno e Alberto Nigro di Shareradio, con cui in passato ho più volte collaborato. Raccontavo loro la mia ossessione in queste settimane di clausura».
Cioè?
«Il pensiero per chi è meno fortunato e vive magari in alloggi piccoli e poco confortevoli, non può farsi la spesa o ha una famiglia numerosa e fatica a gestire i figli. Da qui l’idea di un programma per e con le case popolari, un mondo che nessuno o quasi racconta».
Un racconto a distanza, ma che punta sulla vicinanza…
«Sì. Nicola e Alberto conducono la diretta dalle rispettive abitazioni, mentre io prima intervisto gli inquilini, grazie anche ai contatti preziosi forniti da MM».
Di cosa parlate?
«Un po’ di tutto e cercando di cambiare punto di vista: più che concentrarsi sulle difficoltà (note) di vivere in questi contesti, vogliamo costruire un’ora d’aria per gli inquilini, raccontando la loro quotidianità e dando voce a tutti coloro che hanno voglia di esprimersi».
Poi?
«Ospitiamo contributi di ospiti esterni, che donano pillole dei rispettivi saperi: da Xavier Iriondo degli Afterhours, che ci parla di come costruire in casa uno strumento, alle letture proposte dalla Libreria del convegno; dai consigli sulle app gratuite da scaricare al corso a distanza di fotografia. Stanno arrivando tante idee e proposte».
E la musica?
«C’è. Il palinsesto musicale è modellato sulle dediche che gli ascoltatori fanno in diretta. Al progetto ha aderito anche JazzMi, che ci regala ogni settimana un brano dei suoi musicisti».
Iniziativa destinata a durare anche a isolamento finito?
«L’idea è quella. Ci piacerebbe raccogliere contributi per poter sviluppare il progetto. In futuro vorremo portare fisicamente il programma, gli ospiti e i musicisti nei cortili delle case popolari per creare un momento d’intrattenimento più ravvicinato. La raccolta dei podcast delle puntate sarà, poi, un modo per storicizzare e valutare l’impatto di un’emergenza simile sugli abitanti delle case popolari».