L’ultimo report pubblicato dal Ministero della Salute insieme all’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato un indice Rt per la Lombardia a quota 0,91, dato non troppo distante dal livello di allerta fissato a 1. C’è da preoccuparsi?
La spiegazione. Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats Milano, rassicura tutti affermando che i dati, nonostante le oscillazioni, sono sotto controllo. Nel report si parlava inoltre di prestare attenzione ai focolai ancora attivi. «Sono manifestazioni più limitate numericamente – spiega Demicheli -: parliamo di qualche unità per focolaio, al massimo qualche decina nel caso delle RSA. Li chiamiamo “focolai” per marcare la differenza con i casi sporadici»
L’indice fissato a 0,91 non va invece guardato con troppa apprensione. «L’ Rt esprime il concetto di velocità – aggiunge ancora il direttore di Ats -: ci può essere un contagio piccolo che cresce con una certa velocità, poi ci può essere un contagio grosso che si muove molto lentamente. Se è vicino all’1 il contagio si spegne lentamente, ma si spegne. Quello che conta è il numero totale di nuovi casi durante la settimana, l’incidenza, che sta continuando a scendere».
Tamponi. Negli ultimi giorni i bollettini regionali hanno mostrato un aumento ed una diminuzione dei contagi che andava di pari passo con il numero di tamponi. «Adesso a Milano c’è 1 positivo ogni 10 sospetti. Quindi ormai non si può pensare che ci sia una quota di infezione importante che non viene identificata perché non si fanno abbastanza tamponi. I tamponi adesso non si fanno solo ai sintomatici, ma anche a tutti i contatti dei positivi».