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15. 05. 2024 01:07

I cori, gli applausi e le proteste per il lutto nazionale: così Berlusconi continua a dividere l’Italia

L'ultimo saluto all'ex presidente del Consiglio è stato lo specchio degli ultimi 30 anni: da un lato una folla adorante, dall'altro i suoi grandi oppositori

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Divisivo. È uno degli aggettivi più utilizzati in questi giorni per descrivere Silvio Berlusconi, una delle figure cruciali dell’Italia dell’ultimo trentennio, scomparso a 86 anni lo scorso lunedì. Perché il Berlusconismo negli anni ha saputo fare proseliti ma anche incontrato una decisa opposizione. Un dualismo che si è espresso con forza anche durante i funerali dell’ex premier, celebrati in Duomo al cospetto di oltre 15mila persone.

Da tutta Italia in “pellegrinaggio” per Berlusconi

Da una parte i sostenitori di Berlusconi, che all’arrivo del feretro non hanno risparmiato applausi e cori da stadio: ‘Un presidente, c’è solo un presidente’ e ‘Silvio, Silvio’ quelli più gettonati da parte di chi ha voluto a tutti i costi dare il suo ultimo saluto al fondatore di Forza Italia. C’è chi ha viaggiato a lungo pur di essere presente ai funerali, gente arrivata da tutta Italia in piazza Duomo persino alle prime luci dell’alba. E poi tanti giovanissimi, alcuni dei quali non hanno voluto mancare a un evento da poter «raccontare un giorno ai miei nipoti».

Funerali Berlusconi
Funerali Berlusconi

Berlusconi, c’è chi dice no al lutto nazionale

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella di chi si è opposta fermamente ai funerali di Stato e al lutto nazionale e ha voluto esprimere forte e chiaro il proprio dissenso. È il caso della signora Silvia, arrivata in piazza Duomo indossando una maglia con la scritta ‘Io non sono in lutto’. «Perché? – ha spiegato Silvia – c’è talmente tanto da dire. Sappiamo tutti cosa c’è stato dietro a lui e come ha fatto le sue prime fortune. È un pregiudicato. La santificazione di questi giorni è falsa, una forzatura alla realtà delle cose». Non sono mancati gli attimi di tensione, con i presenti che hanno accerchiato la signora chiedendole di andare a casa.

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E ancora, un uomo con la t-shirt con scritto ‘Io non sono in lutto’ e il cartello ‘vergogna di Stato’ è stato aggredito durante le esequie, con alcune persone che arrampicate sulla statua equestre hanno iniziato a urlare «scemo e provocatore», mentre una donna gli si è avventata contro con un ombrello e un uomo gli ha strappato il cartello dalle mani. Altri in piazza hanno provato a difenderlo finché è arrivata la polizia e lo ha scortato fuori. Perché anche dopo la morte la figura di Berlusconi non smette – e non smetterà mai – di dividere.

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