Divisivo. È uno degli aggettivi più utilizzati in questi giorni per descrivere Silvio Berlusconi, una delle figure cruciali dell’Italia dell’ultimo trentennio, scomparso a 86 anni lo scorso lunedì. Perché il Berlusconismo negli anni ha saputo fare proseliti ma anche incontrato una decisa opposizione. Un dualismo che si è espresso con forza anche durante i funerali dell’ex premier, celebrati in Duomo al cospetto di oltre 15mila persone.
Da tutta Italia in “pellegrinaggio” per Berlusconi
Da una parte i sostenitori di Berlusconi, che all’arrivo del feretro non hanno risparmiato applausi e cori da stadio: ‘Un presidente, c’è solo un presidente’ e ‘Silvio, Silvio’ quelli più gettonati da parte di chi ha voluto a tutti i costi dare il suo ultimo saluto al fondatore di Forza Italia. C’è chi ha viaggiato a lungo pur di essere presente ai funerali, gente arrivata da tutta Italia in piazza Duomo persino alle prime luci dell’alba. E poi tanti giovanissimi, alcuni dei quali non hanno voluto mancare a un evento da poter «raccontare un giorno ai miei nipoti».
Berlusconi, c’è chi dice no al lutto nazionale
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella di chi si è opposta fermamente ai funerali di Stato e al lutto nazionale e ha voluto esprimere forte e chiaro il proprio dissenso. È il caso della signora Silvia, arrivata in piazza Duomo indossando una maglia con la scritta ‘Io non sono in lutto’. «Perché? – ha spiegato Silvia – c’è talmente tanto da dire. Sappiamo tutti cosa c’è stato dietro a lui e come ha fatto le sue prime fortune. È un pregiudicato. La santificazione di questi giorni è falsa, una forzatura alla realtà delle cose». Non sono mancati gli attimi di tensione, con i presenti che hanno accerchiato la signora chiedendole di andare a casa.
Pro Berlusconi o contro Berlusconi: l’eredità dell’ex premier
E ancora, un uomo con la t-shirt con scritto ‘Io non sono in lutto’ e il cartello ‘vergogna di Stato’ è stato aggredito durante le esequie, con alcune persone che arrampicate sulla statua equestre hanno iniziato a urlare «scemo e provocatore», mentre una donna gli si è avventata contro con un ombrello e un uomo gli ha strappato il cartello dalle mani. Altri in piazza hanno provato a difenderlo finché è arrivata la polizia e lo ha scortato fuori. Perché anche dopo la morte la figura di Berlusconi non smette – e non smetterà mai – di dividere.