«Mi telefoneranno, li riporterò indietro». Lo ripete ancora, dopo l’evasione dal Beccaria, don Gino Rigoldi, storico cappellano dell’Istituto minorile di Milano dove nel giorno di Natale sono evasi sette detenuti. Si tratta di tre maggiorenni e quattro 17enni: di questi due sono stati catturati dopo poche ore, un terzo si è riconsegnato ma gli altri e il quarto è stato arrestato oggi. Secondo quanto ricostruito, gli “ospiti” del Beccaria avrebbero scavalcato il muro di cinta dopo essere riusciti ad aprirsi un varco nella recinzione approfittando di alcuni lavori in corso.
Evasione dal Beccaria, preso un altro ragazzo
Un altro dei ragazzi fuggiti il giorno di Natale dal Beccaria di Milano è stato rintracciato e riportato in istituto. La conferma è arrivata da fonti del Ministero della Giustizia. Il giovane, a quanto si è saputo, è stato rintracciato dagli agenti della Polizia penitenziaria, ora si trova nel carcere Beccaria. Non si sarebbe presentato spontaneamente come fatto invece da altri due ieri. Intanto sette ragazzi, autori dei disordini scoppiati il giorno di Natale anche con degli incendi, sono stati trasferiti ieri. Due sono a Catania, gli altri a Bari, Catanzaro, Potenza, Palermo e Caltanissetta.
Evasione dal Beccaria, i problemi dell’istituto
Un episodio che per don Rigoldi servirà a puntare nuovamente i riflettori sul Beccaria: «Il ministero della Giustizia adesso tornerà a mettere a fuoco la situazione dell’istituto. Sono ormai 20 anni che non c’è un direttore stabile e i lavori in corso procedono da quasi 16. I posti disponibili sono solo 31, a fronte di 46 detenuti. Sarebbe necessario portare la capienza complessiva ad almeno 80 posti e aumentare di conseguenza il personale».
Evasione dal Beccaria, i fuggitivi
«Sono sicuro che i ragazzi evasi mi telefoneranno e li convincerò a tornare indietro attraverso un’opera di persuasione – prosegue don Rigoldi -. Siamo riusciti a calmare gli altri detenuti: erano invidiosi perché non hanno vissuto l’avventura della fuga come i loro sette compagni». Al Beccaria permane comunque un certo nervosismo, con i ragazzi detenuti che adesso temono di essere trasferiti.
Evasione dal Beccaria, 20 anni di difficoltà
Ma come sono cominciati i problemi nella struttura? «Per anni il Beccaria è stato un carcere modello, a Milano e in Europa. All’inizio degli anni 2000, dopo l’addio del direttore Antonio Salvatore, sono arrivati diversi direttori facenti funzione. L’istituto però ha bisogno di una dirigenza a tempo pieno e il nuovo direttore arriverà solo nel settembre 2023», spiega don Rigoldi. «Servono stanziamenti straordinari in termini di risorse umane e materiali, non è accettabile una sorta di autogestione dove i detenuti vengono lasciati tutto il giorno senza niente da fare».
Evasione dal Beccaria, le paure dei detenuti
Fra i ragazzi rimasti intanto aleggia un po’ di tensione, spiega il cappellano don Claudio Burgio. «Tutti temono i trasferimenti. Sono agitati, sbattono sulle sbarre, chiamano gli assistenti, cioè gli agenti, in continuazione per bisogni anche improbabili, sono provocatori a livello verbale. Una situazione esplosiva, un po’ rientrata già ieri. Alcuni mi hanno subito detto ‘hai visto che siamo rimasti e abbiamo aiutato a mettere a posto?’ per far capire che non assecondano queste ‘cavolate’. Il giudizio che hanno su chi è andato via – aggiunge – è impietoso: li considerano dei bambini, immaturi».