L’idea è chiara e semplice: mezzi pubblici gratis per gli under 25. La proposta che farà sicuramente discutere è stata lanciata dal candidato alla presidenza di Regione Lombardia del centro sinistra, Pierfrancesco Majorino, che ha così calato un jolly importante per la sua campagna elettorale.
Mezzi pubblici gratis per gli under 25, la proposta
«Penso che il trasporto pubblico regionale debba essere gratuito per gli under 25, questo sarà uno dei contenuti della nostra proposta che presenteremo in questi giorni, a partire da domani – ha preannunciato Majorino a margine di una visita al mercato di via Di Rudinì, zona Barona -. Credo tantissimo, innanzitutto, al sostegno di una nuova generazione di cittadini per i quali si deve preparare un pacchetto di agevolazioni rispetto anche alla funzione culturale, come avvenuto negli anni scorsi per i diciottenni con i governi di centrosinistra».
Mezzi pubblici gratis per gli under 25, Sala
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si era gà detto contrario all’idea, definita un «grave errore» e «pura demagogia». Tutto era partito da Bari dove il prezzo delll’abbonamento annuale ai mezzi era stato portarto da 250 euro a 20 euro, per invogliare i cittadini a lasciare a casa l’auto.
Mezzi pubblici gratis per gli under 25, Lombardia
Una risposta ufficiale da parte di chi è attualmente al potere in Lombardia non si è fatta attendere. «Trasporti gratis per gli under 25? Majorino dica come intenderebbe sostenere economicamente un’operazione di questo tipo – si legge in una nota di Claudia Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile -. Rendere gratuiti i trasporti a circa un milione di studenti vorrebbe dire come minimo raddoppiare le spese per il trasporto pubblico locale. Majorino dovrebbe anche spiegare come gli enti locali possano compensare i mancati introiti dagli abbonamenti degli studenti. Forse Majorino vuole privilegiare gli studenti a discapito delle famiglie numerose e dei più fragili, anziani e persone con disabilità? Insomma, è facile fare sparate elettorali utopiche sapendo già che la realtà dei fatti è un’altra».