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29. 03. 2024 13:36

Montemagno a Milano: «Antenne dritte e mai fermarsi»

Incontriamo Marco Montemagno a margine di un incontro (affollato) in Bicocca, di ritorno nella sua Milano: «Il domani è digitale, questa città può crescere ancora»

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C’è un’aura magica che tiene sospeso il tempo. E L’aula magna della Bicocca smette di respirare quando si aprono le porte e appare questa sorta di entità sovrannaturale capace di segnare una nuova era nel digitale: Marco Montemagno, di fronte ad una platea di studenti (ma non solo), sembra un fiume in piena.

 

Internet, social, esperienza e molto altro sono le parole chiave del discorso di Montemagno che affascina la platea, dall’inizio alla fine. «Che bagno di folla – confessa a Mi-Tomorrow dietro le quinte, dopo l’incontro –: non mi aspettavo tutto quest’affetto».

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Montemagno, da sette anni vive a Londra: come ha ritrovato Milano?
«È cresciuta un sacco: ho passato anni a pensare che fosse una delle città più brutte al mondo. Come diceva Woody Allen per New York, è una città fantastica se sei un pinguino. Ora, dopo l’esperienza di Expo 2015, devo dire che è cresciuta tantissimo, si è molto internazionalizzata. Ho visto un sacco di nuove realtà e mi ha lasciato sensazioni parecchio positive».

Quali posso essere le professioni del domani a Milano?
«In generale, in tutto il mondo delle professioni del digitale, siamo già a questo step: prendi qualunque novità tecnologica e questa introduce nuovi ecosistemi, nuovi paradigmi. Se pensi alla realtà aumentata, o a quella virtuale, si apre un universo. Quando Facebook inizierà a fare i suoi occhiali, che sostituiranno il cellulare tradizionale, a quel punto magari una realtà come Milano avrà il “Made in Italy” di quelli che fanno custodie per gli occhiali. Un altro esempio può essere per il cibo: quando nel trade printing si stamperà il cibo, qui a Milano metteremo insieme il panettone stampato in 3D e lo venderemo in tutto il mondo».

Quindi bisogna passare le giornate a controllare Facebook o Instagram?
«No, basta avere le “antenne” alzate e guardare quello che sta succedendo nella tecnologia unendolo ai punti di forza della città per vedere come può funzionare. Anche tutta la tematica del turismo è in grande crescita. Nel 2019 ci sono stati quasi 11 milioni di turisti, il 9,2% in più rispetto al 2018».

Le Olimpiadi 2026 potranno rappresentare un ulteriore step di crescita?
«Assolutamente. Comunque serve un’attenzione generale a quello che stanno facendo le aziende tecnologiche. La parte audio, a partire da Alexa, è in esplosione e devi sapere che le persone che vorranno viaggiare faranno ricerche vocali. Quale sarà la risposta? Dipende da quanto sarai bravo a indicizzarti vocalmente su quel tipo di piattaforma. Per questo bisogna sempre stare attenti, altrimenti si fa l’errore di quelli che guidavano le barche sul Tamigi a Londra…».

Che cos’è successo?
«C’erano delle persone che avevano il loro business di barche, portando le persone sul fiume Tamigi. Poi sono uscite le low cost e l’inglese, al posto di spendere sempre 300 sterline per fare il giro sotto la pioggia, sceglie di spendere la stessa cifra con le low cost, che sono pure al caldo e con tutti i comfort».

Con l’imminente Brexit possono aprirsi nuove possibilità per Milano?
«Non saprei: per “noi” inglesi la Brexit è un tormentone. Ora con Boris Johnson si farà: più che l’attenzione sulla Brexit, in Inghilterra i riflettori sono sulla Megxit, da quando il principe Harry e Meghan Markle hanno “divorziato” da Buckingham Palace. Per la Brexit bisogna vedere cosa succederà: ci sarà un momento di turbolenza, ma alla fine si sistemerà tutto. La Gran Bretagna farà il suo business, come l’Italia che continuerà con l’import e l’export».

Un giorno vorresti tornare a vivere a Milano?
«Io sono sposato, mia moglie è inglese, i miei figli vanno a scuola lì. Diciamo che sono aperto ad ogni opzione, anche se mi vedo ancora lontano da Milano. L’Italia è un po’ piccola come impostazione e mercato, certo è un Paese splendido e ogni volta che vengo qui sono molto felice. Ma per il momento mi vedo… planetario».

«Quando Facebook inizierà a fare i suoi occhiali, che sostituiranno il cellulare tradizionale, a quel punto magari una realtà come Milano avrà il “Made in Italy” di quelli che fanno custodie per gli occhiali»


GIÀ RECORD

Lunedì scorso è uscito Lavorability, secondo lavoro dopo Codice Montemagno. Il libro, autopubblicato dall’imprenditore milanese (256 pagine a 19,90 euro), è un viaggio alla scoperta delle professioni a venire e, soprattutto, alla riscoperta del senso buono e pratico.

“Monty” mette al centro i social e il digitale che (ormai) condizionano il mondo del lavoro. Gli incontri organizzati fra Napoli, Firenze, Bologna e Milano, sono stati tutti sold-out. Mentre il libro, già nel solo periodo di preorder, è diventato il più venduto su Amazon con ben 35.000 ordini.

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