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18. 05. 2024 05:51

Due anni dall’incendio della Torre Antonini, un tragico anniversario per una rinascita che stenta a ripartire

Il Comitato Rinascita Antonini ha fatto il punto della situazione sulle condizioni in cui vivono i condomini e sul ripristino dell'edificio distrutto dalle fiamme

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Due anni dal devastante incendio che coinvolse Torre Antonini, due anni da quel 29 agosto 2021 in cui 80 famiglie con 34 minori persero la casa e tutti i loro beni. In occasione del secondo anniversario il condominio Antonini ha voluto lanciare un nuovo monito sulle tematiche della sicurezza nelle costruzioni – sollecitando le istituzioni ad intervenire sul fronte legislativo, assicurando così maggiore tutela ai cittadini – e fatto il punto della situazione sulle condizioni in cui vivono i condomini e sul ripristino dell’edificio distrutto dalle fiamme.

Torre Antonini, a che punto siamo?

Le difficoltà dei condomini

«Tutti i condomini sono ancora fuori casa – spiega il Comitato Rinascita Antonini, – hanno dovuto sgomberare i loro appartamenti e cercano, a fatica, di ricostruire una vita, tra costi condominiali esorbitanti dovuti alle spese di gestione che, comunque, permangono e costi personali come affitti o nuovi mutui per la ripartenza».

torre Antonini, Torre dei Moro
Torre Antonini

Bonifica e demolizione

«Sono in corso le fasi di bonifica e strip-out che comprendono la demolizione delle parti ammalorate sia delle aree comuni che degli appartamenti. Tali attività, fondamentali per l’ultimazione del progetto esecutivo e per l’avvio dei lavori di ripristino, saranno auspicabilmente completate entro fine ottobre con costi in parte sostenuti direttamente dai singoli condomini. L’importo complessivo di questi lavori non risulta ancora del tutto quantificato; tuttavia, le prime indicazioni evidenziano un valore che potrebbe essere superiore al massimale garantito dall’assicurazione per tale tipologia di interventi».

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Il progetto dell’architetto Piva

«Il progetto di rinascita dell’architetto Marco Piva ha ottenuto il parere preliminare favorevole da parte della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano. È un primo passo positivo, ma ne restano da fare altri per il completamento delle pratiche autorizzative di ripristino che ci auguriamo possano procedere speditamente senza intralci e ritardi burocratici».

Il General Contractor per Torre Antonini

«Questo autunno sarà lanciata la gara per l’individuazione del General Contractor che auspichiamo possa sortire un interesse specifico per un’operazione che non è solo il risanamento di un edificio, ma anche quella di una comunità ferita. Alcuni operatori si sono proposti. Sono in corso i sopralluoghi. Confidiamo di individuare un appaltatore serio, solido e vicino alle nostre esigenze e di completare il tutto in tempi rapidi: ogni giorno di ritardo è un giorno fuori casa per tante persone!».

Torre dei Moro
Torre dei Moro

Attenzione al tema sicurezza

«Con tutti i professionisti nominati è stato preso l’impegno che il nostro progetto rappresenti il massimo in tema di sicurezza antincendio, vogliamo che il nostro palazzo sia preso a modello per queste tematiche, in particolare per la città di Milano».

Torre Antonini e i vuoti normativi

Questo tragico evento ha, inoltre, fatto venire alla luce molti vuoti normativi ancora da colmare. Il Comitato segnala alcuni dei più significativi:

Il vuoto sulle calamità non naturali

«Alcuni gravi eventi disastrosi sono coperti dalla legislazione vigente esclusivamente per calamità naturali; risulta quindi necessario colmare questo vuoto allargando il perimetro di copertura anche ad incendi, eventi non strettamente legati solo alla matrice naturale, ma anche atti di disastro colposo che causino la perdita della dimora, in particolare se questa è prima ed unica casa sul territorio di riferimento».

torre dei moro

La questione social housing

«Le soglie di reddito per il social housing ed in generale la presenza di requisiti troppo stringenti come, per esempio, il non possesso di altre proprietà su tutto il territorio nazionale, impediscono di attivare soluzioni abitative adeguate agli sfollati colpiti da emergenza abitativa. È necessario quindi rispondere a queste esigenze emergenziali con strumenti straordinari, non ordinari. Solo pochissime famiglie del condominio hanno potuto avere accesso a queste soluzioni che risultano quindi inadatte a fronteggiare un’emergenza di questo tipo».

Una norma sulle emergenze

«Risulta mancante una normativa condominiale di gestione delle emergenze e il Condominio Antonini è stato il primo in Italia a doversi organizzare in un contesto emergenziale che dura ormai da due anni e che non è ancora terminato».

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