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17. 05. 2024 08:43

Incendio alla Torre dei Moro, due anni dopo: stesse parole, stessi pensieri, maggiori problemi

Una tragedia, per risparmiare 95 centesimi a metro quadrato

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A due anni dall’incendio alla Torre dei Moro di Milano, è ancora fresco il dibattito attorno al tema della sicurezza antincendio, a causa anche di altri tragici fatti di cronaca, come quello di via Lagrange a Torino o recentemente ai Colli Aniene a Roma, eventi che continuano a raccontarci di incendi e pericoli e delle facciate come un elemento di rischio per i cittadini e per gli edifici stessi. L’Annuario Statistico 2023 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco attesta che gli incendi in luoghi di civile abitazione, ambienti a uso particolare come le scuole ed esercizi commerciali, riguardano il 25% degli interventi per un totale di oltre 63.000, evidenziando come il fenomeno sia molto più frequente rispetto a quanto riportato dai media.

Incendio alla Torre dei Moro, due anni dopo si discute sempre degli stessi temi 

Alcuni di questi incendi possono essere evitati da una normativa più precisa in particolare sulla scelta dei materiali da utilizzare in facciata. Nel caso della Torre dei Moro in via Antonini a Milano, il fuoco si è propagato il 29 agosto 2021 proprio dalla facciata che aveva degli elementi combustibili.  Una situazione che non riguarda solo quello specifico edificio: nel corso delle indagini è emerso che «materiali identici e stesse tecniche di messa in opera sono utilizzati in Italia e in altri paesi per le facciate di svariati edifici pubblici e civili». Si parla di edifici come ospedali, hotel, aziende e data center. «Nel caso specifico di Torre dei Moro, l’utilizzo di materiali combustibili non è stata una scelta che ha portato a un  gran risparmio – commenta Paolo Migliavacca di ROCKWOOL – soluzioni più sicure avrebbero avuto un’incidenza di costo maggiore per soli 0,95 centesimi a metro quadrato». 

Torre dei Moro
Torre dei Moro

Il Superbonus, una spinta verso una maggiore sicurezza?

Il Superbonus ha dato una grande spinta al rinnovamento degli edifici favorendo investimenti anche per il cappotto termico sulle facciate. Secondo il Monitoraggio Enea, gli interventi di efficientamento energetico sostenuti dal Superbonus 110% nel 2022 sono stati circa 359.000, per un ammontare di 68,7 miliardi di euro. La normativa attuale però non garantisce una maggiore sicurezza antincendio per gli edifici coinvolti. Un edificio più efficiente dal punto di vista energetico, infatti, non è necessariamente più sicuro. Enrico Vizza, Segretario Generale di UIL Lombardia: «Ci sono molti elementi di rischio non solo per gli abitanti ma anche per i lavoratori in cantiere. Basti pensare che strage sarebbe stata se ci fossero state maestranze ad operare sull’impalcatura di un edificio come Torre dei Moro. La necessità di fare i lavori in fretta, a causa dei tempi stretti della misura di finanziamento, può andare a scapito della qualità dei lavori e della sicurezza delle persone». Alberto Zanni, Presidente di Confabitare, commenta: «Questo potenziale ampliamento del rischio sulle facciate con materiali non incombustibili può peggiorare ulteriormente con la direttiva europea Case Green sull’efficienza energetica degli edifici. Oggi circa il 60% degli edifici in Italia si colloca in classe energetica F e G. Immaginiamo l’impatto della ristrutturazione di tutti questi edifici in Italia con materiali non incombustibili in facciata. A quale rischio esporremmo le persone e il patrimonio immobiliare? Inoltre, dopo due anni, quanti disagi devono affrontare ancora proprietari e inquilini di Torre dei Moro?».

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