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27. 04. 2024 02:23

Elezioni comunali a Milano: perché tutti parlano solo di fascismo?

I milanesi hanno bisogno di fatti, non di inutili scaramucce dialettiche su temi che non riguardano lo sviluppo della città

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C’è fermento in seno alla politica locale, si va verso le elezioni comunali a Milano ma si parla, quasi esclusivamente, di fascismo e antifascismo. Viene da chiedersi: ma perché nessuno propone, fa e disfa in città? Perché nessuno prende a cuore, ad esempio, la situazione degli sfollati di via Antonini e parla di quello? Perché nessuno (sempre argomenti a caso, s’intende…) si adopera per trovare modi utili anche a chi vive la prima provincia di poter assaporare al meglio Milano con più collegamenti di mezzi pubblici? Argomenti ce ne sarebbero davvero tanti, ma alla fine si parla solo di una cosa: fascismo e antifascismo.

Fascismo e antifascismo, il tema centrale della politica verso le elezioni comunali a Milano

Ben inteso, nessuno di noi nega l’importanza di una tematica del genere, anzi. Come giustamente ha tenuto a sottolineare oggi il Sindaco uscente, Beppe Sala, Milano è «città Medaglia d’Oro della Resistenza e questi valori non sono passeggeri». Giusto, giustissimo. E la politica pratica, poi, dove risiede? Perché ci si ferma a dialogare solo ed esclusivamente su questo tema? Lo stesso Sala, presente stamattina all’inaugurazione del Mercato Centrale di Milano, è tornato sulle dichiarazioni di qualche giorno fa del candidato leghista Max Bastoni, secondo il quale il tema del fascismo è ormai superato: «L’antifascismo non è una questione superata – ha risposto immediatamente Sala, che poi però ha subito acceso la miccia – vorrei sapere come la pensa Bernardo. Perché prima dice che non distingue tra fascismo e antifascismo, ma ora sarebbe meglio sapere se accetta che un suo importante esponente solleciti i voti dei fascisti. Fare il sindaco di Milano vuol dire essere profondamente antifascisti». 

L’antifascismo (non necessario in questo momento) di Beppe Sala 

Ecco, caro Beppe Sala, la domanda sorge spontanea: ma c’era davvero bisogno di tornare a parlare di Bernardo e della sua gaffe dialettica su fascisti e antifascisti? Perché aizzare la lite gratuitamente così? Infatti la diatriba è poi proseguita, perché dall’altra parte non sono stati con le mani in mano:  «Divertente. Chi ora mi accusa e chiede spiegazioni al nostro candidato sindaco, Luca Bernardo, è proprio chi rivendica l’incontro con il rapper Rondo da Sosa, nome d’arte del 19enne Mattia Barbieri, destinatario di un Daspo urbano per violenza», la replica di Bastoni. Più cauto il presidente lombardo Attilio Fontana: «Posso dire che sono liberale, democratico e antifascista. Poi quello che fanno gli altri…».

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Elezioni comunali a Milano, la polemica è partita

La polemica non accenna a diminuire. Perché dal Pd si sono subito alzate tante voci: dalla segretaria metropolitana Silvia Roggiani, all’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, alla capogruppo in Commissione Esteri alla Camera Lia Quartapelle fino al deputato dem Emanuele Fiano: «Questo signore, con l’avvallo del suo partito, ha superato ogni limite — dice Fiano —: stiamo parlando di un movimento come Lealtà e Azione, a cui fa riferimento il candidato leghista, che si ispira a Leon Degrelle, cioè all’ideologia nazista. Esiste un limite che dovrebbe essere invalicabile nella difesa dei principi della nostra Costituzione». 

L’antifascismo non è superato; e la polemica gratuita?

Apriti cielo. Perché tutto questo astio gratuito? Perché voler attizzare immediatamente un fuoco spento? Certo, poi nella discussione si è inserita anche l’Anpi, l’associazone nazionale dei partigiani, che non ha potuto fare altro che definire gravissime le dichiarazioni di Bastoni: «A 76 anni dalla Liberazione dobbiamo purtroppo rilevare che il fascismo non è superato». E la polemica gratuita, riusciremo mai a superarla? I milanesi hanno bisogno di fatti, non di inutili scaramucce dialettiche su temi che non riguardano lo sviluppo della città. Sperando che qualcuno lo capisca. E possa dare a chi vive la città un barlume di speranza che, nel prossimo futuro, si parli anche di questo nei programmi verso le elezioni comunali a Milano.

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