Una recente ricerca dell’Università Cattolica di Roma mette in evidenza come in Lombardia si spenda di più in sanità privata rispetto alle altre regioni, anche e soprattutto per le carenze e i tempi di attesa di quella pubblica, non sostenuta a dovere. Inoltre, evidenzia una “spaccatura” tra cittadini sempre più sportivi e che curano in modo quasi ossessivo la forma fisica attraverso il fitness e dall’altro un aumento dell’obesità.
Il primato della Lombardia tra sanità privata e psicofarmaci
Sempre secondo la ricerca il consumo di psicofarmaci è maggiore rispetto alla media nazionale. Infine i numeri sulla natalità sono inferiori rispetto alla media del resto del Paese. Queste ricerche dovrebbero interrogare la politica cittadina e regionale. Servirebbe tornare a studiare la società, i suoi bisogni e le sue difficoltà. Invece si dà quasi per scontata una situazione politica, che vede il centrodestra lombardo inattaccabile alle elezioni e una sinistra che si accontenta di partecipare senza mai voler veramente vincere, affidandosi a una rassicurante opposizione “social-mediatica”.
Quindi nessuno, in fin dei conti, sembra avere l’interesse a capire in profondità cosa sta cambiando sociologicamente nel nostro territorio. Comprendere invece come la pandemia e il post pandemia abbiano influenzato comportamenti e scelte, cercare di conoscere di più e meglio dati sulla questione della salute mentale, affrontare seriamente il tema della sanità pubblica lombarda sarebbe più che mai urgente. Andare oltre i numeri macroeconomici, che confermano comunque una Lombardia che resta una regione avanzata, e guardare gli aspetti sociali. La contraddizione tra un territorio che cresce economicamente, ma si impoverisce umanamente, non può reggere per molto tempo.