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27. 04. 2024 18:32

San Colombano, il vino che fa rima con Milano

Il Doc che sta per compiere 40 anni ha il suo consorzio con 19 cantine

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Non tutti lo sanno, ma anche Milano ha il suo vino. È il San Colombano al Lambro, conosciuto anche come San Colombano, è uno dei 21 vini Doc della Lombardia, e viene prodotto con le uve dei 230 ettari di vigneti della collina di San Colombano che abbraccia anche parzialmente le provincie di Pavia e Lodi. Racconta la leggenda che a introdurre le viti fu l’abate di origine irlandese Colombano che, si narra, convertì al Cristianesimo le tribù padane. In realtà ci sono testimonianze di coltivazione dell’uva già in epoca romana, ma le storie sono belle da raccontare così come il San Colombano, che il prossimo anno festeggia 40 anni di Doc, diventa sempre più ricercato dagli appassionati, non soltanto milanesi.

19 cantine e quasi 40 anni di vita per il vino San Colombano al Lambro

A tenere alta la bandiera dei vini di San Colombano, che oltre che DOC nelle tipologie bianco, rosso o Riserva, possono essere anche IGT Collina del milanese, è il Consorzio volontario nato nel 1987 al quale aderiscono 19 cantine i cui vini possono essere degustati nell’enoteca del Consorzio che si trova nel Castello di Belgiojoso. «Il nostro è un territorio piccolo ancora poco conosciuto dagli enoturisti», afferma Lucrezia Toninelli di Poderi San Pietro, azienda agricola a conduzione familiare fondata nel 1998 che oggi è la più grande dell’area e produce San Colombano Doc e Igt Collina del milanese con le uve raccolte nei 60 ettari di terreni di proprietà. Premiata con il Quattro Rose Camune 2022 per il San Colombano Doc Rosso di Valbissera e con il Rosa d’oro 2023 dalla guida Viniplus di Lombardia per l’Amphora Moris 2018, un Igt Collina del milanese bianco affinato in anfora, l’azienda organizza visite in cantina con degustazioni. È molto più antica la cantina Panizzari, fondata nel 1898: 18 le etichette prodotte tra Doc, Igt, spumanti e fine pasto. Tra questi ultimi il Meditando, passito di Malvasia di Candia.

 

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Davide Gilioli, sommelier Ais e Wine educator
«Ogni vino è l’ambasciatore del suo territorio»

San Colombano
 

Quali sono le caratteristiche del San Colombano Doc bianco, rosso e Riserva?
«Pur nelle differenze tra i vitigni impiegati (prevalenza di chardonnay e pinot nero nel bianco; croatina, barbera e uva rara nel rosso e rosso riserva) la caratteristica comune di questi vini è la presenza di una certa struttura, arricchita da una buona acidità e una notevole sapidità. Si tratta di vini dotati di personalità e ottima beva, buoni da soli ma perfetti per la tavola».

Con quali piatti della cucina milanese possono essere abbinati?
«Il San Colombano Bianco è ideale come aperitivo, per un pesce di lago al forno o alla griglia, o per formaggi freschi o poco stagionati, come il Quartirolo Lombardo DOP. Il Rosso, specie nella versione vivace o frizzante, è perfetto per contrastare la grassezza di salumi o di una tradizionale cassoeula. Se fermo, meglio su un ossobuco o una bella cotoletta. La Riserva, grazie ad una struttura più importante, richiama invece brasati, selvaggina o formaggi stagionati a pasta dura».

Perché scegliere un San Colombano Doc se non si è milanesi?
«Perché ogni vino è l’ambasciatore del suo territorio… Erroneamente – data la multiculturalità – si pensa spesso a Milano come alla città dei ristoranti etnici o della cucina glamour e stellata, dimenticandosi delle radici contadine di questo lembo di pianura padana. I vini di San Colombano ci restituiscono un clima di domeniche in famiglia, di gite fuori porta fra cascine e animali da cortile, di cucina casalinga dei nostri nonni».

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