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29. 03. 2024 06:58

Come mangiano i nostri figli? La mensa scolastica degli istituti milanesi sotto osservazione

La complessa macchina della mensa scolastica sotto osservazione da parte delle famiglie: ecco cosa è emerso

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Ci sono bambini che a scuola consumano l’unico pasto completo della giornata. Mangiare a scuola significa anche fare educazione alimentare e socializzazione: durante le ore di lezione gli studenti devono stare distanti, indossare sempre le mascherine e anche l’intervallo come lo conoscevamo è off-limits. Così, inforchettare un piatto di pastasciutta o le non troppo amate verdure diventa una buona scusa per chiacchierare, che ci si trasferisca in mensa o che si rimanga seduti al proprio banco. A quasi un mese dall’inizio dell’anno cerchiamo di capire come è partita la macchina della mensa scolastica. Bisogna premettere che le iscrizioni al servizio fornito da Milano Ristorazione si sono chiuse il 30 settembre.

Mensa scolastica, una situazione sotto osservazione

Inoltre, i genitori interessati a candidarsi come commissari mensa hanno potuto fare richiesta fino al 6 ottobre, e quindi la situazione è ancora in evoluzione. «Siamo in pochi – ci dicono i commissari della scuola di via Cesari (zona Niguarda) – e vogliamo sensibilizzare gli altri genitori a partecipare per capire come funzionano le scuole dei loro figli. Noi abbiamo problemi strutturali: lo spazio dedicato alle “scodellartici” non è agibile e per il momento alcune classi mangiano in refettorio e altre in aula».

Alla primaria di via Veglia fino alla scorsa settimana la mensa era garantita solo al giovedì e al venerdì. «Ho scritto una lettera alla dirigenza, raccogliendo le firme di altri genitori – racconta a Mi-Tomorrow Savina Perchinelli, mamma di una bambina di quarta elementare -, ieri è ripartito il tempo pieno tutti i giorni, così come il servizio mensa, ma solo per alcune classi, e non ne capiamo il motivo. Ci è sempre stato detto che il problema era la mancanza di personale per la distribuzione dei pasti, ma perché gli addetti sarebbero disponibili al giovedì e al venerdì, mentre negli altri giorni no? Ciò crea grossi disagi alle famiglie». Ieri era prevista una riunione per discuterne.

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Insegnanti, un problema ancora irrisolto

Enrica Xodo, mamma di un bambino di prima elementare della Alberto Da Giussano di Porta Nuova, racconta: «La dirigente è cambiata il primo di settembre e da noi mancano diversi insegnanti. E’ per questo che l tempo pieno non parte, e ne risente anche il servizio mensa, che da settimana scorsa è attivo solo dal lunedì al giovedì: al venerdì non ci sono maestre per coprire il turno e così i bambini escono alle 12.30. Il problema non è quindi imputabile a Milano Ristorazione, e sulla qualità del cibo non ho nulla da dire».

La signora Xodo evidenzia però che: «I bollettini da pagare li abbiamo ricevuti già a metà settembre: l’importo è lo stesso della materna, dove l’anno scolastico parte ai primi di settembre a si conclude a fine giugno. Alle elementari si inizia invece a metà mese con la mensa che è attiva, a singhiozzo, da fine settembre, e termina il 9 di giugno: quasi due mesi di differenza!».

La qualità della mensa scolastica lascia ancora a desiderare

Altre mamme dicono che le porzioni sono scarse e che i figli quando escono da scuola hanno ancora fame. Nelle scorse settimane ci sono stati degli “intoppi”, come quando alla materna di via Galvani il menu è cambiato in corsa perché la pizza prevista quel giorno è arrivata cruda.

Alcuni genitori della primaria Pirelli si lamentano della qualità generale del cibo: «Mia figlia mangia di tutto e alla materna non aveva problemi – ci racconta una di loro -. Alle elementari il menu è diverso: molti piatti sono sommersi da grandi quantità di formaggio grana che copre qualsiasi sapore, oppure ci sono ricette troppo “raffinate” per i bambini, come la rapa rossa e il pollo marinato alla senape e limone: così mia figlia mangia poco e al pomeriggio ha una gran fame».

E sulle merende degli asili nidi…

In più c’è una questione che riguarda la merenda nei i nidi. I genitori del gruppo Facebook “Ripristino post scuola” hanno inviato una lettera all’ATS e all’assessorato all’istruzione del Comune di Milano per chiedere di non tenere i bambini “a digiuno” per 5 ore. «Il pranzo dei lattanti (bambini che non hanno ancora completato lo svezzamento, ndr.) viene servito alle 11.30 e la merenda pomeridiana alle 16.30/16.45, e solo per i bimbi che aderiscono al “post-scuola”, che inizia alle 16.30.

Gli altri bimbi non mangiano quindi dalle 11.30 fino all’’uscita», si legge nella lettera. Questi orari esistevano anche prima dell’arrivo della pandemia, ma i firmatari vorrebbero che le cose cambiassero. Mamme e papà chiedono di portare merende confezionate a loro spese, o che Milano Ristorazione serva la merenda pomeridiana in anticipo, così da farla consumare anche i bambini che non frequentano il post scuola, dato che la retta mensile comunale resta uguale per tutti.

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