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26. 04. 2024 13:13

Scuola, come va dopo la riapertura? Gli studenti: «Dateci spazio nelle biblioteche»

Pur con le scuole parzialmente riaperte, gli studenti pongono nuove questioni

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A quattro settimane dalla riapertura delle scuole si può cominciare a fare un bilancio con i diretti interessati: gli studenti. Ludovico Ottolina, coordinatore dell’Unione degli Studenti di Milano e rappresentante del liceo Einstein, si dice abbastanza soddisfatto: «Grazie al piano per i trasporti di Comune e Città Metropolitana rispetto a settembre la situazione è migliorata, ma per avere un quadro completo abbiamo lanciato un sondaggio presso tutti gli istituti milanesi, che presenteremo oggi all’incontro con Città Metropolitana. Inoltre siamo molto contenti che il Comune abbia approvato l’uso dei tamponi rapidi nelle scuole, ma vedremo come si concretizzerà».

Ludovico Ottolina

Sul fronte della didattica a distanza (il 50% degli studenti delle superiori la alterna a quella in presenza) resta il problema degli spazi: non tutti i ragazzi possono seguire le lezioni da casa. Per questo, «chiediamo che spazi pubblici, come le biblioteche, possano essere usati dagli studenti per collegarsi». Per quanto riguarda l’ipotesi di un allungamento dell’anno scolastico, Ludovico risponde: «Non penso che la situazione migliori aggiungendo due o tre settimane di scuola in più».

Cimiano. Tornando ai trasporti, Cimiano, dove sono concentrate diverse scuole, sembra essere una zona critica. ATM ha attivato una navetta da Cologno Nord a Udine, ma gli studenti dicono che non basta.

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Iana Bomc è rappresentante del Consiglio di Istituto del Maxwell: «La nostra scuola è frequentata da ragazzi che arrivano da tutta la Lombardia e, in qualche caso, anche da fuori regione. La navetta che fa solo quel percorso serve a poco». A fine gennaio Iana è stata una delle organizzatrici di uno sciopero con presidio per chiedere maggiore sicurezza: «Nonostante la presenza della polizia davanti alla scuola per evitare gli assembramenti, al mattino siamo comunque costretti ad ammassarci perché i professori ci considerano in ritardo anche se arriviamo pochi minuti dopo 8.00».

Iana Bomc

Al Maxwell la maggior parte degli studenti frequenta gli indirizzi tecnici, che prevedono diverse ore settimanali (33). Solo le prime e i ragazzi dello scientifico, che hanno meno ore, possono entrare al turno delle 10.00. Iana evidenzia anche un altro aspetto: «Da quando siamo rientrati i professori vogliono recuperare ciò che non è stato fatto fino ad ora, e così ci ritroviamo a fare verifiche molto impegnative, tutte concentrate quando siamo in presenza, mentre le spiegazioni vengono fatte quando siamo a casa. Molti docenti non hanno ancora adeguato il loro metodo alle nuove modalità online: alcuni scrivono a mano su un foglio, che poi rivolgono alla telecamera!».

A proposito di telecamere, ai ragazzi non va giù l’obbligo di doverle tenere sempre accese: c’è chi a casa vive situazioni famigliari difficili, che non vuole mostrare a compagni e professori.

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