Nelle scuole elementari è scattato l’allarme Squid Game. La serie tv coreana è ormai un fenomeno mediatico su scala globale ed in brevissimo tempo ha scalato la classifica delle produzioni Netflix più viste. Per chi ancora non lo sapesse, Squid Game narra di un torneo in cui i partecipanti si sfidano in prove basate su giochi dell’infanzia. L’obiettivo di questa particolare competizione è arrivare primi per ottenere un montepremi da miliardi di won (la moneta coreana). Peccato però che l’eliminazione dal gioco si paghi con la morte.
Allarme Squid Game: aumentano le denunce
La narrazione basata proprio sui giochi dell’infanzia, come ad esempio “un, due, tre, stella“, ha generato uno spirito di emulazione tra i più piccoli. Le prime a lanciare l’allarme Squid Game sono state alcune insegnanti della provincia di Como che vedendo i bambini giocare proprio ad “un, due, tre stella” simulando poi il gesto della pistola, si sono interrogate sul perchè di certe dinamiche ed hanno allertato i genitori.
Tuttavia quello di Como non è certamente un caso isolato. Alcune segnalazioni sono giunte anche direttamente alla redazione di Mi-Tomorrow, con racconti di bambini “puniti” con schiaffi e pugni dopo esser eliminati dal gioco. Lo spirito di emulazione però ha coinvolto un pò tutto il mondo. Situazioni del genere si sono lette anche sui tabloid britannici e anche sui giornali d’oltreoceano.
Una petizione da Milano
Nelle scorse settimane per fronteggiare l’allarme Squid Game la Fondazione Carolina Onlus di Milano, dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima di cyberbullismo in Italia, ha lanciato una petizione su change.org per sensibilizzare sul tema. La Fondazione nelle motivazioni alla base della petizione sottolinea il venir meno del “parental control”, fondamentale per tenere i più piccoli lontani da certi tentativi di emulazione.
