Housing sociale, sarà probabilmente una delle parole del 2024 a Milano. Il prossimo anno promette, infatti, di essere un anno caldo per la giunta comunale di Milano, con una delle partite più accese in programma che riguarda la revisione del Piano di Governo del Territorio (Pgt).
Housing sociale, il tema cruciale del 2024
Sebbene il Pgt non sia ancora stato approvato né discusso in aula, le polemiche sono già iniziate a infuocare il dibattito. Al centro della revisione c’è un tema cruciale che coinvolge sia l’amministrazione comunale che i costruttori e altri attori interessati: le percentuali minime di housing sociale previste per i nuovi progetti di rigenerazione urbana.
Housing sociale, si discute sull’aumento delle quote
L’obiettivo dichiarato da Palazzo Marino è quello di rispondere alle crescenti esigenze abitative della città nei prossimi anni. Entro il 2030, si stima che ci sarà una richiesta di circa 80.000 nuove abitazioni, di cui 40.000 dovrebbero essere realizzate attraverso edilizia residenziale sociale. Dal canto suo, l’assessore Giancarlo Tancredi ha raccontato che si sta discutendo sia sull’aumento delle quote di housing sociale che sull’estensione degli interventi.
Housing sociale, necessario modificare l’impostazione attuale
Per attuare questi cambiamenti, sarà necessario modificare l’impostazione attuale: se l’area su cui si intende costruire supera i 10.000 metri quadrati, la quota di case a prezzi accessibili deve essere del 40%. Con il nuovo Pgt, questa percentuale potrebbe salire addirittura al 50%, abbassando la soglia minima dei 10.000 metri quadrati.
Housing sociale, le reazioni delle associazioni di categoria
Tuttavia, la proposta del Comune ha suscitato una forte reazione da parte delle associazioni di categoria, tra cui Assimpredil Ance, secondo la quale il Pgt starebbe seguendo un percorso anacronistico e regressivo che non tiene in considerazione le analisi e i suggerimenti offerti dal settore.