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27. 04. 2024 05:50

Cambiare casa, senza motivo: cosa sta accadendo in via Tolstoi. La rivolta dei residenti

Il caso della riqualificazione di alcuni civici in via Tolstoi già perfettamente inseriti nel contesto urbano, lasciando in strada 270 famiglie

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Circa 6-700 persone dei complessi di via Tolstoi (civici dal 64 al 74), nell’elegante isolato di Villa Magentino, potrebbero a breve essere costretti a cambiare casa. I 270 nuclei hanno infatti ricevuto a fine maggio, da parte della proprietà Reale Immobili (braccio immobiliare di Reale Mutua Assicurazioni), una lettera che non lascia spazio a dubbi: alla naturale scadenza del contratto la locazione non sarà rinnovata. Le motivazioni? Sono abbastanza vaghe, per il momento.

 

Via Tolstoj, cosa sta accadendo

Si fa riferimento a una generica riqualificazione edilizia per contribuire al processo di radicale trasformazione di Milano e di nuove esigenze abitative che il complesso non potrà più soddisfare.

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Non si parla di progetto di vendita, né agli inquilini è stata offerta alcuna opzione di acquisto. Eppure i palazzi anni ’60, immersi nel verde privato e con ampi spazi gioco per bambini, sono ancora in ottime condizioni.

Non si tratta di affitti da case popolari o da social housing, ma riconducibili al mercato privato (seppur indicativamente del 15-20% più bassi). L’impressione è che la proprietà, però, voglia costruirvi condomini di extra-lusso. E, con l’arrivo a breve della linea blu della metropolitana, il momento sembra propizio.

Le contromosse. Un gruppo di residenti ha già contattato il Sunia (il sindacato inquilini della Cgil) e il Municipio 6. La situazione è molto delicata: da una parte il Comune non sembra avere la facoltà legale di imporsi su un patrimonio immobiliare privato (a meno che lo stesso non sia fonte di degrado per la collettività e non è certo questo il caso), dall’altra c’è il rischio progressivo di intaccare il tessuto sociale milanese consentendo che l’interesse particolare prevalga acriticamente su quello generale. E non esiste un diritto che non possa confliggere con quello di altri soggetti, soprattutto se in condizioni di fragilità.

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«Provocatorio e ridicolo»

Siete rimasti sorpresi dalla lettera che avete ricevuto?

«Credo siano rimasti più sorpresi loro dalla nostra reazione. Dopo la lettera sono arrivate le prime disdette. Questo risulta, oltre che provocatorio, anche abbastanza ridicolo. Basterebbe venire a dare un’occhiata per capire che il complesso è una delle migliori soluzioni abitative presenti nel quartiere. Con i suoi giardini di due ettari, gli spazi gioco e il resto. E tutti paghiamo, non ci sono casi di morosità».

Chi abita il complesso?

«La maggioranza include persone anziane e ci sono casi di fragilità particolare e di diversamente abili. Uno di questi, abbastanza giovane con invalidità al 100%, ha speso 20mila euro per adattare la casa alle sue esigenze. E adesso cosa succede? Ci sono tanti ultraottantenni, che hanno ricevuto disdetta al 31 dicembre, anche ultranovantenni. Non ci sono situazioni di povertà assoluta qui, ma neanche ricchi. Cambiare è già di per sé un costo. E francamente la cosa è un po’ scioccante».

Qual è il vostro obiettivo?

«Fermare questo sciagurato progetto. Poi come possa declinarsi l’accordo non saprei, siamo qui per ascoltare. Non cerchiamo mance compassionevoli. Potrebbero proporci un acquisto tutelando chi non può comprare, come avviene abitualmente, oppure lasciarci qui».

C’è altro?

«Reale Immobili aveva annunciato nella lettera che avrebbe allestito dal 22 giugno al civico 74 un ufficio dove poter ricevere informazioni. Siamo a luglio e nessun ufficio è stato aperto».

Qual è la sua situazione, nello specifico?

«Il mio contratto scade il 31 agosto, ma considerando che la loro lettera è pervenuta in tempo non più utile per la disdetta (i sei mesi previsti dalla legge, ndr), come quello di tantissimi altri si è automaticamente rinnovato per altri quattro. È una faccenda molto complicata e loro si stanno muovendo nel rispetto della legalità, non sono così impacciati. Ma noi abbiamo ricevuto garanzie dal presidente di Municipio e dagli assessori Maran e Rabaiotti che lavoreranno per rappresentarci».

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«Le leggi ci aiutano poco, ma…»

C’è stato un primo incontro con la proprietà: come è andato?

«Non posso dire che sia stato uno degli incontri più cordiali possibile, nel senso che la proprietà si è rivelata poco dialogante e poco disponibile. Ma è una prima fase».

Qual è la vostra linea di indirizzo?

«Le leggi ci aiutano poco, ma con una realtà come Reale Mutua possiamo gestire la situazione dal punto di vista relazionale. Hanno interessi disparati su Milano e non è l’unica operazione che vorranno fare nel prossimo futuro: ci auguriamo quindi che il rapporto continui a essere proficuo. Stiamo cercando di capire quali strumenti possiamo adottare e stiamo facendo tutte le verifiche del caso. Le richieste del Comune sono semplici: sediamoci a un tavolo per modalità meno traumatiche».

Sentite di poter fare una promessa?

«Si tratta di 270 famiglie e Milano non può stare a guardare. Metteremo in campo tutto affinché il progetto diventi anche un progetto sociale. Senza attenzione per le persone questa operazione, che non contestiamo aprioristicamente, per noi non è accettabile».

270

i nuclei familiari interessati

1.100

l’affitto mensile indicativo (in euro) nel complesso per 90 metri quadri

6-700

le persone coinvolte

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