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03. 05. 2024 10:55

Dieci anni dalla scomparsa di Enzo Jannacci. Il nostro ricordo e il ritorno di Elio con “Ci vuole orecchio”

Domani la ricorrenza dalla scomparsa di una vera e propria icona di Milano, una città che continua a parlare di lui, attraverso le sue strade, le sue sue canzoni, i suoi personaggi, le sue storie

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E si potrebbe andare tutti quanti, ora che è primavera… Vengo anch’io? Sì, tu sì. Ci scuserà Enzo Jannacci se abbiamo modificato in modo improprio un verso del suo successo più famoso. Era il 1968 e raggiungeva i vertici delle classifiche.

Domani Milano si fermerà: sono passati dieci anni, era il 29 marzo 2013, dalla scomparsa del grande cantautore, musicista, sceneggiatore, cabarettista e medico. Enzo Jannacci era questo nella sua vita di tutti i giorni, ma soprattutto rappresentava Milano in Italia e nel mondo.

Enzo Jannacci, un medico per amico

Lui, nato e cresciuto in città nel 1935, la lascia per studiare medicina – come voleva papà Giuseppe, per imparare cosa fosse la sofferenza e lo stare vicino alla gente – in Sudafrica e Stati Uniti, prima di tornare e coltivare la sua più grande passione, la musica. Jannacci ha scritto la storia del cantautorato italiano e milanese.

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Partito negli anni Cinquanta con Celentano, fu celebre il suo sodalizio con Gaber: si chiamavano I due corsari. Ha iniziato ad esibirsi negli anni Sessanta nello storico Derby Club, cuore pulsante di una Milano che voleva consacrarsi, dove conosce gli amici Dario Fo e Cochi e Renato. La stessa città che Jannacci decide di incidere nel suo primo album in studio dal titolo La Milano di Enzo Jannacci.

Nel 1969 si laurea in medicina all’Università di Milano. Negli anni ha sempre svolto la sua professione fino alla pensione, curando anche amici come Teo Teocoli o Massimo Boldi. Poco prima aveva sposato Giuliana Orefice, e nel 1972 nasce l’unico figlio della coppia, Paolo.

Enzo Jannacci e Sanremo

Un genio della scrittura come Jannacci non poteva rimanere lontano da Sanremo, anche se la prima partecipazione arrivò tardi: era il 1989. In totale chiude la sua carriera con quattro partecipazioni e due Premi della Critica: il primo nel 1991 con La fotografia, in coppia con Ute Lemper, il secondo nel 1998 con Quando un musicista ride. Ma diversi riconoscimenti, quattro, sono arrivati anche dal Club Tenco.

Milano con Jannacci è sempre al centro della scena. A teatro, al cinema, in televisione o su un palco: la sua milanesità è sempre caratteristica portante delle sue esibizioni. Jannacci ha raccontato Milano con gli occhi delle persone più deboli, era un anticonformista con una penna sublime, capace di descrivere una città in evoluzione senza perdere il tono poetico. Tante zone, vedi l’Ortica, e vie si ritrovano le sue canzoni, ne citiamo una in particolare. Si tratta di via Canonica, 41.

Enzo Jannacci e via Canonica

Nella canzone A Veronica, Jannacci si lascia andare a un messaggio d’amore incondizionato: «Il primo amore di tutta via Canonica». Un verso che ha portato la via milanese in giro per l’Italia. Dal 2020 al numero 41 è stata appesa una targa in memoria di Jannacci. Nel giorno del suo funerale, a Sant’Ambrogio, in una basilica gremita, Milano lo ha salutato. Ma è stato solo un arrivederci. Ora Jannacci riposa fra i grandi della città nella Cripta del Famedio del Cimitero Monumentale. E non sarebbe potuto essere diversamente.

Elio raccoglie il testimone di Enzo Jannacci: al Teatro Lirico fino a domenica torna in scena Ci vuole orecchio

Ivan Filannino

Il decennale della scomparsa di Enzo Jannacci viene ricordato anche a teatro fino a domenica grazie ad Elio che porta al Lirico Giorgio Gaber lo spettacolo Ci vuole orecchio. Un lavoro che unisce due artisti più vicini di quanto si possa pensare, entrambi icone di milanesità, entrambi dotati di una grande duttilità sul palcoscenico. Elio per la prima volta suona dal vivo accompagnato da una band diversa da quella degli Elio e le Storie Tese. Un racconto cantato che si svolge su un palco pieno di luci e colori e che, grazie al regista Giorgio Gallione, non si trasforma mai in un concerto ma mantiene sempre la sua struttura teatrale.

elio
Elio

Elio ha una grande carica nell’interpretare le canzoni del maestro Jannacci. Si vede che si tratta di musiche che l’ex giudice di X-Factor conosce bene. Si ride tanto, ma non mancano le emozioni e i momenti drammatici in perfetto stile Jannacci. Un uomo che ha saputo raccontare Milano partendo dal basso con personaggi borderline in quartieri di periferia. Elio ne raccoglie il testimone come meglio non potrebbe confermando quanto fatto vedere negli anni passati, cioè il sapersi adattare a qualsiasi tipo di spettacolo dal vivo.

Dal musical al teatro canzone, Elio è un vero mostro da palcoscenico che convince il pubblico anche in prove che, sulla carta, sembrano difficili da superare. Tante le canzoni di Jannacci che si potranno ascoltare in sala, su tutte proprio Ci vuole orecchio datata 1980. Gli anni della Milano da bere, ben diversa da quella di oggi. Elio dimostra di avere orecchio e anche tanto cuore. Al suo fianco un’insolita e bizzarra carovana sonora formata da Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone.

Fino a sabato alle 20.45
Domenica alle 17.00
Teatro Lirico Giorgio Gaber
Via Larga, 14
Biglietti: sold-out presso i canali ufficiali di vendita

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