Milano è troppo cara. È una città non più alla portata delle persone, figurarsi dei giovani che faticano a trovare lavoro e, di conseguenza, a vivere una propria esistenza. E chissà se ora che lo ha detto anche Linus se ne potrà parlare senza essere considerati cattivi nemici di Milano.
Milano è troppo cara, cosa ha detto Linus
Il pensiero di Linus, pseudonimo di Pasquale Di Molfetta, conduttore radiofonico e direttore artistico di Radio Deejay dal 1996, è stato chiaro: «In 10 anni è cambiato tutto – le sue parole – i giovani non riescono a vivere a Milano. Case e cibo sono troppo cari». Si può essere d’accordo o meno, ma su un dato non si può dire nulla: l’aumento dei costi a Milano non è stato proporzionale all’aumento degli stipendi delle persone che vivono in città. E questo ha portato ad una situazione ibrida: da una parte i ricchi, che già potevano permettersi la vita a Milano e quindi continuano il loro quotidiano. Dall’altra i poveri e la classe media, che invece faticano enormemente. Certo, la città è diventata più internazionale ma questo ha portato, come dice ancora Linus, alla mancanza della «borghesia illuminata».
Milano è troppo cara, noi stiamo con Linus
È indiscutibile come, in fin dei conti, Linus abbia tutte le ragioni di questo mondo. Milano è troppo cara un po’ per tutti, anche per chi la vive tutti i giorni. I pendolari, che vivono in provincia e lavorano in città, non si contano nemmeno; così come tutti coloro che decidono di dividere camere, affitti e spazi abitativi sempre più piccoli. La tanto decantata globalizzazione urbana, con zone tutte uguali, tutte esclusive e tutte molto simili a Londra, New York, Parigi e affini, ha colpito.
Milano è troppo cara, come la vivono i giovani?
Milano è troppo cara, dicevamo. Sì, ma come la vivono i giovani, soprattutto gli under 30? Per Linus «… da una parte la giudicano la metropoli più vivace in Italia, dall’altra sono come degli “innamorati respinti” perché non riescono a viverci». Finalmente qualcuno l’ha detto, senza se e senza ma. Questa Milano è troppo cara per avere un futuro, per immaginare un domani che non sia in mano a banche, multinazionali e ricchi che lasciano sfitti i propri appartamenti per viverli solo qualche mese all’anno (ogni riferimento al Bosco Verticale non è per nulla casuale). È questa la Milano del futuro che vogliamo?
