15.9 C
Milano
16. 05. 2024 15:30

Perché Milano non è ancora una città a 30 km/h

Un anno dopo l’ordinanza, il cammino resta incerto

Più letti

Città a 30 km/h? Nel contesto di un crescente interesse per la sicurezza stradale e la sostenibilità urbana, Milano si trova al centro di un dibattito cruciale: perché non è stata ancora implementata la limitazione generale di velocità a 30 km/h? Questa domanda porta con sé una serie di considerazioni riguardanti la sicurezza, la mobilità e la qualità della vita urbana.

Un anno fa l’ordinanza per la città a 30 km/h: cos’è cambiato

Ed è innegabile come il tempo sia trascorso in modo assai rapido: il 9 gennaio 2023, il Consiglio Comunale di Milano approvava un ordine del giorno ambizioso per la realizzazione di una “Città a 30 km/h” dal 1 gennaio 2024. Un progetto non solo incentrato sulla riduzione dei limiti di velocità, ma su un ampio pacchetto di interventi: allargamento dei marciapiedi, zone a traffico limitato, pedonalizzazioni, piste ciclabili, politiche restrittive sui parcheggi e misure contro la sosta selvaggia. Una visione che, un anno dopo, sembra ancora lontana dalla realizzazione pratica. 

Sfide infrastrutturali: un ostacolo per il cambiamento

Uno dei principali ostacoli all’adozione del limite di 30 km/h a Milano è rappresentato dalle sue infrastrutture stradali. Progettata e sviluppata in un’epoca in cui la priorità era data al traffico veicolare, la città deve ora confrontarsi con la necessità di ristrutturare e adattare le sue strade per supportare una mobilità più lenta e sostenibile.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

I passi avanti (ad oggi non sufficienti)

Nonostante alcuni passi avanti siano stati fatti, come la colorazione degli itinerari ciclabili e le pattuglie di vigili in bici, la trasformazione di Milano in una Città 30 è rallentata da una mancanza di provvedimenti vincolanti e da un’ampia resistenza culturale. Arianna Censi, assessora alla Mobilità del Comune di Milano, sostiene che l’amministrazione stia realizzando i principi ispiratori della proposta, ma senza una normativa specifica, il messaggio rischia di essere poco incisivo.

Questioni culturali e di comportamento

In aggiunta, esiste come dicevamo una questione culturale: molti milanesi sono ancora legati all’idea della velocità come sinonimo di efficienza. Cambiare questa mentalità richiede tempo e una forte campagna di sensibilizzazione pubblica che sottolinei i benefici di una velocità ridotta, come la sicurezza stradale e un impatto ambientale minore. Le esigenze commerciali e logistiche rappresentano un’altra sfida significativa. I commercianti e le imprese temono che la riduzione della velocità possa rallentare il trasporto merci e influire negativamente sull’economia locale. È necessario un equilibrio tra le esigenze di business e le priorità ambientali e di sicurezza.

La tragica realtà: incidenti stradali e violazione delle norme

Recenti incidenti stradali, come quello che ha visto una giovane automobilista investire mortalmente un ciclista, mettono in evidenza l’urgenza di un cambiamento. Tuttavia, il cammino verso una Città 30 pienamente realizzata si scontra con la dura realtà di una metropoli dove il traffico e la velocità sono ancora predominanti.

Il bilancio tra sicurezza e flusso del traffico

Un aspetto cruciale nella discussione è il bilancio tra la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti e la necessità di mantenere un flusso di traffico efficiente. Mentre i sostenitori del limite a 30 km/h evidenziano la riduzione degli incidenti stradali e dei rischi per i pedoni, i critici sostengono che una riduzione così drastica della velocità potrebbe causare congestioni e inefficienze.

Esempi internazionali e potenziali soluzioni

Guardando a città europee che hanno implementato con successo il limite di 30 km/h, come Copenaghen e Amsterdam, Milano può trarre ispirazione per superare le proprie sfide. Questo potrebbe includere la creazione di zone a traffico limitato, l’ampliamento delle piste ciclabili, e l’implementazione di tecnologie per la gestione intelligente del traffico. Ma serve anche un approccio diverso nella comunicazione e nell’ingaggio dei cittadini, che potrebbe essere più efficace. La strategia comunicativa di Bologna, per esempio, si è dimostrata vincente grazie a una campagna che ha coinvolto attivamente cittadini e aziende nel processo. 

Verso un futuro sostenibile

La transizione di Milano verso una città a 30 km/h richiede un approccio olistico che consideri tutti gli aspetti della vita urbana. Sebbene la strada verso questo obiettivo sia complessa, i potenziali benefici per la sicurezza stradale, l’ambiente e la qualità della vita urbana rendono questo cambiamento non solo desiderabile ma necessario per garantire un futuro sostenibile per la metropoli lombarda. Ma Milano, con il suo specifico tessuto imprenditoriale e le ambizioni internazionali, deve trovare una strada unica per realizzare la sua visione. Il percorso è complesso e richiede un cambiamento culturale, ma è indispensabile per garantire un futuro più sicuro e vivibile per tutti i cittadini milanesi.

In breve

FantaMunicipio #30: così si fa più spazio ai pedoni in una Milano più green

Questa settimana registriamo due atti molto importanti per dare più spazio ai pedoni. Uno riguarda le varie misure proposte...