14.4 C
Milano
16. 05. 2024 11:02

Museo Leonardo3 a rischio chiusura, il direttore Lisa: «Trattamento irrispettoso, siamo una realtà da tutelare»

Le parole del direttore del museo, a rischio chiusura dopo il mancato rinnovo della concessione di suolo pubblico

Più letti

Conto alla rovescia per salvare il museo Leonardo3 dalla chiusura. Il sito culturale in piazza della Scala, nato come mostra temporanea ma che di proroga in proroga ha quasi raggiunto gli 11 anni di vita, non ha avuto rinnovata la concessione di suolo pubblico che gli consente di avere l’ingresso dalla Galleria Vittorio Emanuele II in scadenza il prossimo 31 dicembre. Quello stesso ingresso è stato infatti destinato alla creazione di un nuovo accesso alla camminata sui tetti denominata Highline, in aggiunta a quelli già esistenti da via Silvio Pellico e piazza Duomo 21. Una decisione controversa contro cui il direttore del museo Leonardo3 Massimiliano Lisa ha intrapreso una difficile battaglia.

Direttore, come si è arrivati a questo punto?

«È stata una sorpresa anche per noi. Fino a quando non abbiamo chiesto l’occupazione di suolo pubblico che rinnoviamo ad ogni ottobre, non ci era stato detto nulla di questa situazione. La cosa particolarmente spiacevole è stata la mancata comunicazione con il Demanio».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

museo leonardo3

La questione del bando è stata quantomeno controversa.

«Quando esce un bando è importante definire dov’è l’ingresso: se un negozio ha l’ingresso in via Silvio Pellico ha un valore, se lo ha in Galleria ne ha un altro. Il bando uscito era per l’ingresso in via Pellico e così è stato aggiudicato, le cose sono cambiate dopo sulla base di una semplice Pec. Scoprire tutto questo per caso, solo perché l’ufficio di suolo pubblico – e non il Demanio – ci ha informati che non ci avrebbero rinnovato la concessione dopo 11 anni, è stato quantomeno irrispettoso verso il nostro lavoro. E non stiamo parlando di privati ma di dipendenti pubblici che dovrebbero mantenere un atteggiamento imparziale nei confronti di tutti».

A cosa è dovuta secondo lei questa mancanza di trasparenza e comunicazione?

«La mia ipotesi è che quando si sono resi conto quanto per noi sarebbe stato difficile condividere l’ingresso con altre realtà, hanno voluto farci penare la concessione del suolo pubblico in modo che arrivati all’imminente scadenza avremmo accettato qualsiasi cosa pur di ottenerla. Quel che è certo è che quando a ottobre ho chiesto spiegazioni mi è stato detto che avrebbero trovato una soluzione per far contenti tutti: è passato un mese e mezzo e non ho avuto risposte. Mi sono lamentato fortemente per la gestione di tutta questa situazione e sembra quasi che il Demanio abbia voluto punire le mie proteste cercando tutti i cavilli burocratici per crearci ostacoli».

In che modo siete stati messi in difficoltà?

«Ci sono state contestate delle cose assurde, ci hanno persino detto che lo spazio è riservato a mostre temporanee mentre noi siamo lì da 11 anni. E ci viene comunicato dopo tutto questo tempo? Dopo che dal 2018 lo stesso Demanio ci ha definito “museo”? Hanno persino contestato il volto di Leonardo che abbiamo sull’ascensore, dicendo che non è stato autorizzato dalla Soprintendenza. Cosa peraltro non vera. Hanno passato un mese e mezzo cercando piccoli dettagli con cui poter contestare la nostra presenza. Non è giusto che sia il Demanio a stabilire il futuro del museo Leonardo3 rischiando di farci chiudere. Un dipendente pubblico non può comportarsi così, la trovo una cosa inaccettabile non solo come direttore del museo ma come cittadino di Milano».

Museo Leonardo3

Che azioni avete intenzione di portare avanti per difendere le vostre posizioni? Avete avuto delle risposte dall’amministrazione?

«Dopo che i giornali hanno dato visibilità alla cosa sono stato contattato da un assistente dell’assessore al Bilancio e Patrimonio, mi è stato detto che il loro interesse non è di farci chiudere ma di trovare una soluzione. Sembrerebbe che aver portato alla luce tutto questo abbia stimolato un qualcosa di positivo, però al momento sono solo parole, come lo erano quelle di ottobre quando mi avevano assicurato che avrebbero trovato una soluzione e invece siamo arrivati a questo punto. L’assistente dell’assessore mi ha anche detto che loro non vogliono creare polemiche. Nemmeno io voglio farlo, io mi sto solo difendendo da quello che è a tutti gli effetti un attacco. Vogliono farmi chiudere, secondo loro cosa dovrei fare?».

Milano rischia di perdere una realtà culturale importante, lo testimoniano i numeri del museo Leonardo3.

«Il museo Leonardo3 è una realtà unica: abbiamo toccato quota 260mila visitatori con appena 630 metri quadri a disposizione. Sono numeri che nessuno fa in Italia e forse nemmeno nel Mondo. Sono dati straordinari, abbiamo ricevuto sempre tanti apprezzamenti, siamo una realtà importante per questa città e so che non è tutta l’amministrazione comunale a remare contro, perché chi si occupa di cultura ci ha sempre sostenuti. Il problema non è con il Comune di Milano ma con il Demanio, dove evidentemente c’è qualcuno che pensa a gestire le cose secondo le sue idee e non in base a ciò di cui la città ha bisogno. In questo modo non fa l’interesse pubblico».

«Milano non era la città della Cultura?» è la domanda che lei si è fatto nella lettera in cui chiede sostegno per scongiurare la chiusura del museo. Pensa che la città stia sempre più sacrificando la cultura per il mero interesse economico? 

«Assolutamente sì. Basti pensare che durante il Covid tutte le attività di ristorazione hanno avuto le occupazioni di suolo pubblico gratuitamente, con spazi raddoppiati, triplicati o quadruplicati e per lungo tempo non hanno pagato un euro. Noi, invece, nello stesso periodo siamo stati costretti a restare chiusi ma abbiamo continuato a pagare a prezzo pieno. Non c’è stato in nessun momento un’agevolazione verso la cultura, di sicuro non verso di noi. Tutt’oggi Milano è costellata di ristoranti che hanno ancora questi spazi in teoria temporanei, adesso non più gratis certo, ma comunque li hanno mantenuti. Tutta la ristorazione in città da anni riceve aiuti dall’amministrazione, lo stesso non si può dire per la cultura. Ci sono delle disparità di trattamento che andrebbero approfondite».

In breve

FantaMunicipio #30: così si fa più spazio ai pedoni in una Milano più green

Questa settimana registriamo due atti molto importanti per dare più spazio ai pedoni. Uno riguarda le varie misure proposte...