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29. 04. 2024 03:21

Cpr di Milano, blitz della Guardia di Finanza: si indaga per frodi nelle pubbliche forniture

Il Cpr di Milano torna in prima pagina

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Il Cpr di Milano torna in prima pagina. Venerdì mattina, il Comando Provinciale di Milano dei Finanzieri, in collaborazione con i magistrati della Procura meneghina, ha effettuato un’ispezione presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli, destinato ad accogliere migranti irregolari in attesa di essere rimpatriati nel loro Paese d’origine.

Cpr di Milano, il blitz

Secondo quanto riportato in una nota della Procura, sono attualmente in corso perquisizioni e acquisizioni di documentazione, in relazione ad episodi di frodi nelle pubbliche forniture e la turbata libertà degli incanti. Tali reati sarebbero stati commessi dalla società incaricata dell’appalto per la gestione del Centro, per cui si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti. Queste sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti, come riportato nel comunicato.

CPR di Via Corelli a Milano
CPR di Via Corelli a Milano

Cpr di Milano, la situazione

L’anno scorso, il Ministero dell’Interno ha affidato alla società in questione un’appalto dal valore di oltre 4 milioni di euro per la gestione del centro. Tuttavia, il centro stesso ha attirato molte polemiche a causa del sovraffollamento, delle difficoltà nelle pratiche di espulsione e delle pessime condizioni di vita per gli stranieri ospitati. Pertanto, sia la PM che il settore finanziario hanno esaminato attentamente la situazione.

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La storia del CPR di via Corelli

Il CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di via Corelli è un centro di detenzione amministrativa situato a Milano, in via Corelli 36. È un luogo dove vengono trattenuti i migranti in attesa di rimpatrio dopo l’adozione di un provvedimento di espulsione. Il CPR di via Corelli è stato aperto nel 2001 e gestito dal Ministero dell’Interno italiano.

Ha suscitato diverse critiche e controversie riguardo alle condizioni di detenzione, ai trattamenti riservati ai detenuti e alla mancanza di accesso a servizi legali e assistenza adeguata. Nel corso degli anni, diverse organizzazioni per i diritti umani e associazioni hanno denunciato presunte violazioni degli stessi diritti nel CPR di via Corelli e in altri centri di detenzione amministrativa in Italia. Le denunce includono il sovraffollamento, l’isolamento, le limitazioni all’accesso ai servizi sanitari, la mancanza di informazioni chiare sui diritti dei detenuti e il trattamento inumano o degradante.

Cpr di Milano, le parole di Luca Paladini

Luca Paladini (Patto Civico), vice presidente commissione carceri in Regione Lombardia, ha così commentato. «Chiudere subito Cpr di Via Corelli. La cosa che veniva denunciata da tempo da diverse associazioni, adesso la scopre anche la guardia di finanza. Nel CPR di Via Corelli nessuna assistenza medica verso migranti in precarie condizioni di salute e cibo scaduto nei piatti».

«Il tutto con l’aggiunta di un’indagine in corso per reati di frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti alla società aggiudicataria dell’appalto per la gestione del centro. Quindi una galera a cielo aperto. Il CPR di Via Corelli è una vergogna e va chiuso subito», ha concluso.

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