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27. 04. 2024 03:44

Ultimo digital detox: dove l’aperitivo è senza smartphone

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Domani terzo e ultimo appuntamento per l’aperitivo “digital detox”, dopo i successi raccolti a Milano gli scorsi 12 e 19 settembre. Si tratta molto semplicemente di un’iniziativa nata all’interno del progetto Smart Break, per l’uso consapevole dei media digitali, ideato dalla psicologa Monica Bormetti. Un aperitivo senza cellulari, insomma, che sembra aver incontrato il gradimento dei milanesi.

COME FUNZIONA • Durante l’aperitivo le persone sono invitate a godersi un bicchiere di vino e ad intrattenersi con gli amici chiacchierando senza gettare lo sguardo di continuo sullo schermo dello smartphone: per qualche ora, insomma, bisogna dimenticarsi delle notifiche delle mail, dei social network, degli sms (per chi li invia ancora) e delle spunte blu su Whatsapp. I locali che hanno aderito espongono sui tavoli il materiale informativo del progetto e propongono ai clienti di lasciare il telefono lontano, in modalità silenziosa, aereo o addirittura spento, in tasca o in borsa. Chi lo desidera potrà lasciarlo anche negli appositi box porta cellulare.

DISINTOSSICAZIONE • A giudicare dai termini adoperati non si tratta di una semplice “pausa digitale”, ma di una vera e propria disintossicazione da un uso giudicato smodato del cellulare e di tutte le sue funzioni. Non solo: l’obiettivo è realizzare una pausa intelligente (smart break) da cui si evince che, secondo gli organizzatori, maneggiare in continuazione il proprio smartphone ci allontana dall’uso corretto dell’intelletto. Sicuramente un’occasione piacevole come l’aperitivo può aiutare a superare l’astinenza dal suono che annuncia puntualmente l’arrivo di un messaggio.

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LE ADESIONI • Hanno aderito 21 locali distribuiti nei quartieri più diversi. Non potevano mancare i Navigli e corso di Porta Ticinese, luoghi storici della movida, ma ci sono anche i locali frequentati dagli studenti della Bocconi, del Politecnico e non mancano quelli del centro. Anche in periferia non mancano le adesioni, in modo particolare dalle zone più frizzanti come l’emergente Nolo, il Parco Lambro e piazza Dergano.

PSICOPOSITIVO • Che questo esperimento possa produrre risultati positivi lo affermano anche gli specialisti della psicologia: «Ben vengano iniziative come questa, sono prova di socialità diretta – afferma la psicoterapeuta Giada Tonelli – senza un interposto mezzo. La sfida che ci pone il digitale è di sapere stare dove si è: grazie al telefono si può stare in più punti contemporaneamente con il risultato di non stare in nessuno. In questo modo non si crea una relazione con le persone che ti stanno di fronte, è un vero peccato, ma sarebbe sbagliato dare la colpa agli strumenti che possediamo: la colpa è nostra, dell’uso abnorme che ne facciamo». Ma è davvero possibile fare a meno del telefono anche solo per poche ore? «È possibile per definizione staccare – spiega Tonelli –, certo ci sarà la sera in cui si attendono informazioni importanti, magari ci sono i figli a casa da soli però spesso siamo di fronte ad alibi: la verità è che si fa un utilizzo selvaggio, basti vedere i millenials che sono cresciuti con il digitale. Eppure il discorso purtroppo non si può fare per età: anche i 50-60 enni stanno ormai attaccati allo smartphone».

TERAPIA ANTITELEFONO? • Trattandosi di dipendenza, forse è il caso di approntare qualche terapia: «Non ho pazienti che soffrono di questi disturbi o perlomeno non li denunciano – conclude Tonelli –, però devo dire che alcuni non spengono il telefono neppure durante la terapia e a volte rispondono pure alle chiamate: non è un bel segnale».

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