Cabine telefoniche a Milano. E chi se le ricorda più?

Nell’epoca degli smartphone, le cabine telefoniche esistono ancora e non sono affatto poche: ecco quante (e dove) sono e come sono considerate dai milanesi

cabine telefoniche
cabine telefoniche

I Millennials si chiedono a cosa servano, i nati nel secolo scorso le guardano con un po’ di nostalgia. Intanto, nell’epoca degli smartphone, le cabine telefoniche esistono ancora e non sono poche.

 

Cabine telefoniche, il rapporto Agcom

Secondo l’Agcom a Milano resistono ben 770 telefoni pubblici, distribuiti fra il centro e le periferie, che permettono anche di inviare sms, mail, fax e, gratuitamente, di chiamare i numeri di emergenza.

La prima in assoluto in Italia venne installata proprio a Milano in piazza San Babila nel 1952. Anche se sul territorio nazionale le chiamate si sono oggi ridotte dell’80% rispetto al 2010 (20 milioni),le cabine telefoniche pubbliche sono ancora considerate “servizi universali”.

Ma entro quest’anno anche il nostro Paese dovrà recepire il codice europeo per le comunicazioni elettroniche che elimina l’obbligo di mantenerle in funzione. Per il momento resta disponibile il numero verde 800.134.134 per chiedere informazioni sulle postazioni ancora funzionanti, in rimozione, rimosse o per segnalare guasti, danneggiamenti o atti di vandalismo.

Le opinioni dei milanesi

Per conoscere il rapporto dei milanesi con le cabine telefoniche, siamo andati a pochi passi da dove tutto è cominciato, in piazza del Duomo, dove ne abbiamo trovate ancora un bel po’.

I più giovani non hanno mai usato un telefono pubblico e non saprebbero adoperarlo. Elena, studentessa di 20 anni guarda le cabine quasi con sospetto: «Non le ho neanche mai notate in giro e comunque non le userei».

L’amica Greta aggiunge: «Le ho viste nei film, quindi probabilmente saprei come fare, ma non credo che le proverei». Cresce l’età, cresce il ricordo: «Se posso evito di chiamare dalle cabine telefoniche, non voglio che qualcuno ascolti le mie conversazioni».

Itala, 88 anni, è contrariata: «Vorrei beccare quei ragazzini che le distruggono. In centro sono abbastanza controllate, ma mi è capitato spesso di averne bisogno in altre zone e di non poterle usare».

Batteria scarica. Può capitare a tutti di avere il cellulare scarico o di dimenticarlo a casa. Ma in quanti utilizzerebbero una telefono pubblico per chiamate urgenti? Quasi nessuno. «Piuttosto chiedo in prestito il cellulare di un passante», ammette Nadia, trentenne che incontriamo davanti ad un telefono in metropolitana.

«Se ne avessi bisogno sarei in difficoltà, perché non conosco a memoria tutti i numeri salvati sullo smartphone», conferma Rocco, impiegato di 62 anni. «Le usavo da giovane, quando c’erano ancora i gettoni. Ora non so neanche se si possono inserire le monete. Ci proverei solo per le chiamate urgenti», rincara il 54enne Carlo.

Milano offre questo servizio, di semplice utilizzo e con tariffe abbordabili. I telefoni pubblici osservano la frenesia milanese e sperano che qualcuno si accorga ancora di loro.

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