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25. 04. 2024 10:58

Piazza Aspromonte ha sete di rinascita: «Vi presentiamo la nostra social street»

Alla scoperta dell'ultima social street organizzata per dare nuovo lustro ad una piazza che non ha vissuto momenti facili: l’idea di Mauro De Comite

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Piazza Aspromonte, piccolo cuore verde del delizioso quartiere a est di Loreto, tra il Casoretto e Piola, è sempre più oggetto di riscoperta e interesse da parte dei suoi abitanti.

 

Piazza Aspromonte, nasce una nuova social street

Negli scorsi mesi il Comune aveva lanciato un avviso rivolto ai cittadini per pensare a nuove piazze aperte sul modello dell’urbanistica tattica: tra le 65 proposte ricevute figurava proprio quest’angolo di città.

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Mauro De Comite

E recentemente è nata una nuova social street, che ne porta orgogliosamente il nome: «È un modo per aprire una finestra in un momento in cui tutte le finestre sono chiuse», spiega a Mi-Tomorrow il fondatore – e titolare della gelateria Gelatario – Mauro De Comite.

Perché ha deciso di far nascere questa nuova social street?
«La risposta è legata al momento particolare che stiamo vivendo».

A breve distanza c’è un’altra social street, quella di piazza Piola e dintorni.
«Vero, ma una seconda social non può che aggregare più persone possibili. E in più fa riferimento proprio a piazza Aspromonte, a via Ricordi e via Pecchio».

Cosa ama di questo quartiere?
«Trovo sia interessante, multietnico ed estremamente vivo. Impossibile entrare in una via senza incontrare gente che passeggia. È densamente e variamente abitato, è la parte più colorata di Milano anche nei suoi splendidi palazzi. Siamo nelle immediate vicinanze di corso Buenos Aires ma, a poche centinaia di metri, c’è una miriade di piccole botteghe di zona: chi affila coltelli, chi vende caldaie, chi ripara le scarpe. Due facce diverse del commercio che mi attraggono molto».

Una curiosità da far conoscere?
«A me piace ricostruire la storia dei luoghi e capire perché si chiamino così. In via Pecchio c’è una targa commemorativa che utilizzerò domani, in occasione del 25 aprile. Ma tutta la zona di piazza Aspromonte e viale Lombardia è stata zona di partigiani. Sono un gelataio e faccio orari folli: i tassisti mi hanno raccontato la storia del quartiere. Gli hotel a una stella in serie di via Lulli erano la zona a luci rosse di Milano già durante la Seconda guerra mondiale: diciamo che qui i soldati americani e inglesi erano di casa».

Tanti lati della stessa medaglia, insomma.
«La sera si crea un giro un po’ particolare. Negli anni ’90 la piazza si era tinta di losco, giravano cocaina ed eroina e ancora adesso risente di quell’abbandono. Ma può ancora dire la sua: le social street servono a questo, il mio obiettivo è premiare Aspromonte e porre un faro simbolico per illuminarla e sottrarla a quest’oscurità».

Cosa immagina concretamente per il futuro della piazza?
«Momenti di aggregazione, in sicurezza. Mercatini di piante, raduni di cicloamatori, eventi per conoscere i dirimpettai. Ma siamo in una fase embrionale, il progetto è da studiare».

E il momento non aiuta.
«Già. Per ora mi limito a raccogliere notizie e consigli legati all’emergenza. Dobbiamo creare un serbatoio di idee, intanto. Ma credo molto nel fenomeno delle social street. Io sono un imprenditore e, prima di aprire la mia attività, ho studiato i loro effetti. Anche per quello ho scelto il civico 23 di via Lomellina: qui c’è la social di via Sismondi e dintorni che è molto partecipata. Ma sono in contatto costante anche con chi porta avanti quella di Calvairate: la zona Martini-Insubria è tosta anche per un tarantino come me, che ha vissuto la Taranto degli anni Novanta. Ma ha portato tanti vantaggi e anche una radio di quartiere».

Voglia e idee sembrano non mancare.
«La mia veste imprenditoriale mi aiuta: da imprenditore devi essere sempre aperto a nuove idee. Anzi, anticipo che sto pensando di lanciare una notte bianca su via Lomellina a luglio. E ovviamente mi piacerebbe replicare in piazza Aspromonte».

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