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26. 04. 2024 13:02

I consigli dell’autrice milanese Sabrina Scampini: «Riscoprite quei testi che avete accantonato»

Nella settimana che omaggia il valore dei libri, le parole di Sabrina Scampini «Così evadiamo dalla realtà»

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Sabrina Scampini
Sabrina Scampini

L’avrete vista senz’altro a Quarto Grado. Ma Sabrina Scampini è soprattutto autrice (e divoratrice) di libri.

 

 

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Sabrina Scampini, l’intervista

Sabrina Scampini: milanese, mamma, giornalista, conosce bene il potere che i libri possono avere in un periodo inedito per la nostra storia. Tutto questo proprio nei giorni in cui si festeggia la giornata mondiale della lettura.

Quanto può aiutarci leggere in quarantena?
«Non utilizzo troppo i social, ma ho iniziato a sfruttarli per dare proprio qualche consiglio e riempire un po’ le giornate. Faccio questa attività perché è importante invogliare alla lettura, soprattutto per evadere dalla realtà. Credo sia necessario per la salute mentale pensare a qualcosa di diverso in questo periodo così particolare».

Sta leggendo molto, dunque?
«Sì, non che prima non lo facessi. Ma ultimamente sto rispolverando vecchi romanzi già letti».

Come mai?
«Penso sia qualcosa legato al nostro inconscio. In questo momento tutti noi abbiamo bisogno di sicurezze e così le ricerchiamo in emozioni già vissute, come ad esempio quelle che può suscitare un libro già letto».

Un libro che sta riscoprendo?
«I Promessi sposi. Era dal liceo che non lo riprendevo in mano. Probabilmente per quanto poco lo amavamo in quegli anni».

Lettura impegnativa.
«In realtà, leggendolo adesso, lo sto riscoprendo e rivalutando. Al di là di alcune descrizioni un po’ pesanti, la trama è estremamente emozionante ed avvincente».

Cosa ne pensa della querelle Governo-Regione sulla riapertura delle librerie?
«Il messaggio di una libreria che riapre è sicuramente qualcosa di positivo, ma non credo che in Lombardia ce ne siano ancora le condizioni. In questi luoghi si ha un rapporto “fisico” con i libri: si toccano le pagine, ci si immerge nell’odore della carta. Probabilmente non possiamo ancora permetterci tutto ciò».

Quali sono le alternative?
«Sfruttiamo tutte le modalità possibili per promuovere la cultura e l’istruzione, partendo dai social fino ai tanti webinar che si stanno diffondendo sempre più».

Sul tema istruzione: crede stia funzionando la didattica online?
«Mia figlia frequenta le elementari e segue le lezioni online tutte le mattine. Devo dire che sono molto soddisfatta. È importante per i più piccoli mantenere una quotidianità formativa e un rapporto, anche se virtuale, con i propri compagni».

Pochi giorni fa ci ha lasciato un simbolo come Luis Sepúlveda.
«Una grande perdita. Tutti hanno letto o raccontato le sue storie ai propri bambini. Questi racconti sono portatori di messaggi universali. Trasmetteva messaggi emotivi, di fiducia, capaci di restare impressi nel bagaglio culturale di ogni lettore».

Il romanzo preferito?
«Il vecchio che leggeva i romanzi d’amore. Mi è rimasto impresso per la profondità del suo messaggio. C’è una contrapposizione tra il concetto di giustizia e quello di libertà. Nelle pagine ci si domanda: dove inizia la mia libertà rispetto agli altri?».

Un testo da consigliare in quarantena?
«Prima che tu dica pronto, di Italo Calvino. Ci dice qualcosa del tempo che stiamo vivendo».

Di cosa parla?
«Di un amore vissuto solamente attraverso il telefono: un sentimento che si nutre della distanza e dell’immaginazione».

Una distanza che ci accomuna…
«Esatto. Tante persone sono costrette a non vedersi e probabilmente questa distanza ci indurrà a ripensare ai rapporti della nostra vita. Probabilmente, quando tutto questo finirà, li sapremo guardare attraverso una nuova lente».

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