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26. 04. 2024 18:07

Torre dei Moro, il grido di aiuto delle famiglie sfollate: «Non ce lo meritiamo»

Niente più convenzione in residence per le 80 famiglie di Torre dei Moro: al momento, ad un mese dall’incendio, manca ancora una soluzione abitativa stabile

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Un mese dopo. Nel tardo pomeriggio del 29 agosto molte famiglie milanesi residenti in Torre dei Moro rientravano dalle vacanze, altre erano semplicemente fuori a godersi una bella giornata di fine estate. Molte, però, in quell’edificio in via Giacomo Antonini 32/34 c’erano e ancora oggi stentano a raccontare la paura ed il terrore di quella mezz’ora di fuoco.

Torre dei Moro, un punto di domanda sul futuro

Mercoledì scorso – ad un mese esatto dall’accaduto – la Torre è stata illuminata da una serie di fari colorati proiettati sulle case ormai abbandonate. L’iniziativa promossa dai residenti è stata pensata con l’idea di speranza e fiducia in un futuro, oggi, ancora troppo incerto.

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Le indagini

Anche perché attorno alla Torre dei Moro, con le sue 80 unità abitative nei 18 piani di altezza, sono molti ancora i nodi da sciogliere circa le cause del rogo partito probabilmente dal quindicesimo piano, che non ha causato vittime o feriti per un benevolo gioco del destino. La Procura di Milano ha disposto una consulenza esperta affidata ad un architetto, riguardo l’enorme falla costruttiva che garantiva – sulla carta – assoluta sicurezza del pannello che rivestiva il grattacielo, omologato come anti-incendio da parte dei costruttori.

torre dei moro

La cronaca

«Siamo stati fortunati – spiega a Mi-Tomorrow Mirko Berti, portavoce dei residenti e responsabile delle comunicazioni con istituzioni e stampa –: tutti si sono messi in salvo. In mezz’ora la parte sud dell’edificio non c’era già più, si era dissolta come carta velina. In tarda serata il Comune ha trovato una serie di sistemazioni di fortuna per tutti noi, anche se non propriamente vicine e con alcune difficoltà logistiche oggettive. Grazie ad una convenzione, poi, siamo stati alloggiati nel residence Quark, dove molti di noi hanno soggiornato fino a poco tempo fa».

Da pochi giorni, infatti, è venuta meno la copertura economica stanziata per i residenti ospiti dell’Hotel & Residence Quark in via Lampedusa. Molte famiglie, di fatto, si trovano senza un tetto sopra la testa.

Tra incertezze e ipotesi: l’appello degli inquilini della Torre dei Moro

La possibilità di prolungare la permanenza in hotel c’è, ma a spese private dei condomini. Prosegue Berti: «Il Comune ha proposto alla nostra attenzione una serie di soluzioni abitative, inadatte o per eccessiva lontananza per i bambini e i ragazzi in età scolare o perché presentano come data di riferimento quella di febbraio 2022. E da qui a febbraio? Non lo sappiamo. Nella delibera comunale non c’è risposta, la stessa si ferma alla copertura dell’affitto del residence Quark del mese corrente, del valore di 1.500 euro».

In pratica 96 adulti e 34 minori si trovano, al momento, senza alcuna certezza abitativa. L’incontro con le istituzioni territoriali è previsto, sì, ma manca ancora una data.

A distanza di trentacinque giorni dall’accaduto, è stata impostata una delibera comunale sul reddito in merito ai possibili contributi da erogare. «Impostare i contributi sulla soglia del reddito – sottolinea Berti – è, probabilmente, l’errore più grave dell’attuale amministrazione. Non si dovrebbe parlare di redditi, ma di persone che attualmente vivono fuori dalla propria casa da un mese, ottanta famiglie in estrema difficoltà. Gli altri contributi sono legati alla soglia reddito di 40.000 euro lordi in due entrate, facilmente superabili. Tuttavia c’è una clausola sulla delibera che prevede la restituzione di 1.500 e di 500 euro qualora avessimo la possibilità di avere rimborsi nelle more delle assicurazioni precedentemente sottoscritte». Insomma, i dubbi non sono pochi.

Cosa attende gli inquilini?

Non sono previste per le assegnazioni, poi, deroghe sul reddito e sul possesso di una seconda casa in territorio italiano. «Ad oggi – conclude – solo cinque famiglie hanno trovato una soluzione abitativa attraverso la procedura dei Centri di Assistenza Fiscale. Il resto si sta muovendo in autonomia nel mercato libero. E come dar loro torto: non si può rimanere un altro mese in hotel. La situazione è questa, le promesse sono state tante e oggi vogliamo le prime risposte concrete. Il nostro futuro è in dubbio e non meritiamo questo».

Le testimonianze dei residenti

Marco
appartamento 4D

«Tra di noi c’è tanta solidarietà, ma anche tanta rassegnazione. Le istituzioni ci stanno abbandonando»

Stefano
appartamento 13B

«Non ho potuto salvare nulla del mio appartamento, nemmeno la macchina in garage. Ogni giorno paghiamo di tasca nostra la vigilanza anti saccheggio per quel poco che è rimasto. A livello istituzionale non ci sta ascoltando nessuno. Viviamo alla giornata»

Laura
appartamento 15A

«Sono riuscita a salvare poco della mia abitazione. Sono tra coloro che usufruivano della convenzione comunale con l’hotel. Oggi sto cercando una nuova sistemazione»

Greta
appartamento 7C


«Era la mia prima casa da quattro anni. Non ho più nulla. Non ci sentiamo tutelati in nessuna maniera, abbiamo solo la vicinanza delle persone che ci vogliono bene»

Salvatore
appartamento 14D

«Io e mia moglie avevamo deciso di fare un giro in bicicletta quel giorno. Abbiamo saputo dell’incendio su Whatsapp, nella chat del condominio. Casa nostra era diventata una torcia»

Sam
appartamento 8A

«Molti condomini non possono accedere alle edilizie comunali a causa dei paletti stringenti. Proviamo ad essere forti, ma è tutto da riscrivere»

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