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29. 03. 2024 10:12

Gimbo Tamberi si racconta a due mesi dall’impresa olimpica: «Non smetto più di sognare»

Due mesi fa esatti, la giornata più bella di tutte. Nel mezzo, Gimbo Tamberi ha trovato il tempo per un tour fra i campetti milanesi dedicato al suo (secondo) sport preferito: il basket. Ecco com’è andata

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Dev’essere stata un’emozione davvero speciale per gli abituali ballers che animano i playground di viale Lazio e via Tabacchi trovarsi come compagno di squadra o avversario Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo esattamente due mesi fa.

Gimbo Tamberi sui campi di basket di Milano

Proprio lui, che ci ha fatto sognare saltando quei 2,37 metri entrati nella storia, qualche giorno fa a Milano si è divertito a girare alcuni campetti della città sfidando i presenti e dimostrando doti, ai più già note, da ottimo giocatore di basket. La palla a spicchi è la più grande passione sportiva dell’atleta di Ancona, che abbiamo incontrato (e sfidato) proprio in una delle sue comparsate meneghine.

Com’è nato questo “tour” dei campetti milanesi?
«In realtà non è nato da qualcosa. La passione per il basket ce l’ho fin da piccolo e la coltivo tutt’ora. Giocare a basket mi piace da morire e condividere questa passione con i ragazzi dei campetti milanesi mi diverte da matti. Ritorno bambino quando gioco».

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Cos’hai provato a far vivere a quei ragazzi presenti una giornata così speciale e imprevista in tua compagnia?
«È stato molto gratificante. Vedere tutta questa gente che mi vuole bene ed è felice di farsi una foto, un autografo o giocare con me, mi riempie di orgoglio e mi ripaga dei tanti sacrifici fatti».

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Quando c’è da giocare, giochi forte, senza risparmiarti.
«Amo giocare a basket e l’agonismo fa parte di me. Ma sono un professionista e sto molto attento quando gioco: evito contrasti o movimenti che sollecitano eccessivamente il mio fisico. E ovviamente non gioco in concomitanza con le gare».

Il basket fa parte anche della tua consueta preparazione durante l’anno. Un po’ come quei “2vs2” che fai durante la settimana per tenere attive le gambe…
«Quello che faccio è un allenamento che va oltre la preparazione atletica. Serve, sì, a tenere attive le gambe e fare fiato, appunto, ma anche a scaricare lo stress, a divertirmi e allo stesso tempo a mettere il focus su un obiettivo diverso dall’allenamento classico».

Come hai trovato Milano?
«Mi è parsa una città piena di energia, che ha entusiasmo e voglia di ripartire per non fermarsi più. Mi auguro che sia così per tutto e tutti».

Due mesi esatti da Tokyo, oggi. Che provi ancora?
«Rivivo quegli istanti ogni giorno nella mia testa. Mi sembra di vivere un sogno ad occhi aperti. Ed è solo l’inizio. Non voglio proprio smettere di sognare».

Una medaglia che aveva dietro si sé una gran voglia di rivincita.
«È stato un periodo brutto, lungo e difficile dopo Rio. Però è servito per darmi quella dose di cattiveria che mi ha fatto raggiungere l’obiettivo con la “o” maiuscola».

Ora riposo è vacanza, no?
«Sì, voglio dedicarmi a quello e godermi questi momenti fino in fondo. È stato un anno lungo e bellissimo in cui ci siamo tolti grandi soddisfazioni. Tornato dalle vacanze, avrò la testa giusta per programmare e affrontare al meglio la preparazione per i prossimi obiettivi».

Ci sarà ancora spazio per il basket nei prossimi mesi?
«C’è sempre spazio per il basket».

Qual è il nuovo target per uno che ha vinto una medaglia d’oro olimpica?
«Sicuramente esco da questo anno molto appagato: oltre all’oro olimpico sono il primo italiano ad aver vinto la Diamond League e questo è stato un altro traguardo che sono felicissimo di aver raggiunto. Il mio obiettivo ora è quello di vincere il Mondiale di Eugene. Ma ne riparliamo nel 2022».

 

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