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24. 04. 2024 05:17

Covid-19, tra decreti e ordinanze regna la confusione: il punto della situazione

Un piccolo "bigino" per tenere sotto controllo e fare il punto della situazione di quanto è successo negli ultimi giorni

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Tra stato di emergenza prorogato, decreti legislativi che slittano sulla tabella di marcia e nuove ordinanze che scatenano non poche perplessità, c’è un po’ di confusione. Troppa. Facciamo il punto della situazione.

Covid-19, tra decreti e ordinanze regna la confusione: il punto della situazione

La proroga. «Scelta inevitabile, per certi aspetti obbligata, fondata su valutazioni squisitamente tecniche. Non certo perché si vuole fare un uso strumentale per atteggiamento liberticida, reprimere il dissenso o ridurre la popolazione in uno stato di soggezione. Non c’è intenzione di adottare nuove misure restrittive ma, se del caso, confermare quelle misure precauzionali minime che ci stanno consentendo di convivere con il virus. Prorogare lo stato di emergenza non lede la nostra immagine all’estero, anzi, siamo visti come un paese sicuro». Con queste parole, il premier Conte, dopo il sì di Senato e Camera, ha prorogato fino al prossimo 15 ottobre lo stato di emergenza.

Definizioni. In parole povere, con lo stato di emergenza si modifica la forma Stato, ovvero le modalità e i rapporti che modellano lo Stato stesso. In particolare si passa dallo Stato di diritto (il modello che garantisce il rispetto dei diritti e delle libertà dell’uomo) allo Stato di eccezione che permette, una volta dichiarata l’emergenza, la sospensione del diritto per favorire misure straordinarie decise e/o approvate dal Capo del governo, dopo i passaggi al Senato e alla Camera, con l’intento di andare a salvaguardare il Paese. Alle Regioni viene lasciata la possibilità di emanare ordinanze regionali per definire e controllare in maniera più adeguata la situazione in atto entro i confini regionali.

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L’iter. Dopo le critiche mosse dall’opposizione in merito alla deriva liberticida e al consolidamento dei poteri del governo, il premier Conte ha replicato dicendo che «Quando mi viene fatto notare che la Costituzione non ha un percorso ad hoc per lo stato di emergenza, vorrei ricordare che dal 2014 ad oggi abbiamo chiamato lo stato di emergenza 154 volte e lo abbiamo prorogato 84 volte. Lo stato di emergenza è previsto da una norma di rango primario al decreto legislativo 1/2018 dal nostro codice della Protezione Civile. Non deve essere pensato fuor d’opera».

Nuovo Dpcm. Risale allo scorso 30 luglio la notizia dell’adozione del nuovo Dpcm che ha lo scopo di impedire lo scoppio di nuovi focolai e la prevenzione della retrocessione nel percorso verso il progressivo ritorno alla normalità. L’effettiva partenza era prevista per la giornata di ieri e prevedeva:

AL CHIUSO
Confermate le misure igieniche confermate nel precedente decreto risalente al 14 luglio scorso (distanziamenti, divieto di assembramento, frequente lavaggio delle mani, uso di gel igienizzanti…). La mascherina rimane obbligatoria e va indossata correttamente, coprendo naso e bocca, nei seguenti luoghi e situazioni:

  • strutture sanitarie, ambulatori pubblici e privati
  • mezzi pubblici (siano essi treni, tram, bus, metropolitane…)
  • uffici pubblici
  • negozi e centri commerciali
  • ristoranti, bar, pub e locale nel momento in cui ci si alza dal tavolo per qualsiasi ragione
  • palestre all’ingresso, all’uscita e nel periodo che precede l’allenamento
  • parrucchieri e centri estetici
  • musei, cinema e teatri
  • gli addetti alle vendite di negozi e ristoratori, i camerieri non potranno togliere mai la mascherina (nemmeno all’aperto). In caso di ricevimenti sarà inoltre obbligatoria per chi gestisce il catering (ospiti potranno toglierla, ma solo mantenendo la distanza di sicurezza). Rientrano nel medesimo obbligo il personale degli uffici pubblici e quello sanitario.

RIAPERTURE
Salvo indicazioni dell’ultimo minuto, ottengono il via libera alcune attività che non avevano passato il varco lo scorso 14 luglio. Da domani ripartono sia pur tenendo conto di alcune prescrizioni che saranno concordate oggi con le Regioni:

  • viaggi a bordo delle navi da crociera (seguendo l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi seguendo esattamente quanto accade sulla terraferma). Ancora da discutere la possibilità di scendere e risalire sulla nave per effettuare escursioni
  • eventi pubblici, fiere e sagre
  • discoteche

Slittamento. In effetti, le indicazioni dell’ultimo minuto non si sono fatte attendere e nella giornata di ieri, 31 luglio 2020, non c’è stata nessuna riapertura: fiere, discoteche ed eventi dovranno aspettare.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo l’incontro con i presidenti delle Regioni e in accordo con il Presidente Conte, ha chiesto altri 10 giorni di pazienza. Come si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi restano dunque in vigore «fino all’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020, e comunque non oltre dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, le disposizioni di cui al DPCM del 14 luglio 2020».

Fronte sport. Il ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora ha fatto sapere che «Il Cts ha deliberato il no al pubblico agli internazionali di tennis, perché c’è comunque una preoccupazione sulla riapertura. C’è molta cautela. Arriviamo a settembre, vediamo come saranno i dati epidemiologici, speriamo positivi – ha concluso – poi, il mio auspicio è di vedere il prima possibile le persone allo stadio, che torneranno quando ci potranno tornare in sicurezza».

Lombardia. Nel frattempo, grazie alla libertà lasciata alle Regioni di emanare ordinanze di applicazione regionale, il governatore Attilio Fontana ha firmato la nuova ordinanza per la regione Lombardia e sarà in vigore fino al 10 settembre 2020. Nel testo dell’ordinanza (ripetiamo, regionale) permane l’obbligo di utilizzare la mascherina al chiuso, mentre all’aperto è necessaria nel caso in cui non sia possibile garantire il distanziamento sociale. È comunque indispensabile averla con sé per indossarla all’occorrenza. Quello che ha fatto storcere il naso a molti e ha creato confusione è il punto che espone le novità riservate ai mezzi pubblici regionali e locali di linea e non di linea, specialmente dopo il bollettino regionale, uscito ieri pomeriggio, che evidenziava un aumento dei contagi alto. In Lombardia aumenta dunque il numero di persone che potranno salire sui mezzi pubblici (sui quali resta obbligatorio indossare la mascherina).

Cosa cambia?

  • mezzi autofilotranviari di tipo locale e interurbano
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 25% dei posti in piedi (per i quali il mezzo è omologato*)
  • mezzi metropolitani e autofilotranviari di tipo urbano e suburbano
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 50% dei posti in piedi (*)
  • treni ferroviari di trasporto pubblico regionale
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 25% dei posti in piedi (*)
  • mezzi per i servizi di linea di granturismo, aeroportuali e finalizzati, nonché per i servizi non di linea svolti con autobus con conducente (NCC BUS) di cui al regolamento regionale n.6/2014 e le medesime tipologie di mezzi utilizzate per i servizi sostitutivi ferroviari
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti (*)
  • servizi di linea e non di linea di navigazione
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 25% dei posti in piedi (previsti dalla licenza di navigazione)
  • mezzi per servizi di trasporto pubblico funiviario (ad es. funivie, cabinovie, seggiovie e funicolari)
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 50% dei posti in piedi, (*)
  • mezzi per servizi di trasporto scolastico effettuati con scuolabus o altro mezzo di cui al D.M. 31/01/1997
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 50% dei posti in piedi (*)
  • altri mezzi per trasporto scolastico
    è consentita l’occupazione del 100% dei posti seduti
    è consentita l’occupazione del 50% dei posti in piedi (*)
  • taxi e servizi di noleggio con conducente di cui alla Legge n.21/1992
    è consentita l’occupazione ai membri dello stesso gruppo familiare, ai conviventi, agli appartenenti a nuclei già pre-organizzati è consentito derogare all’obbligo del distanziamento interpersonale

Altri dubbi. La possibilità che i treni ad alta velocità tornino a viaggiare al 100% dei posti disponibili ha destato molta preoccupazione, lo affermano fonti del Cts del governo sottolineando che la decisione è stata presa «senza aver ricevuto il parere del Comitato». Nella mattinata del 30 luglio è stato inviata dal Mit una richiesta di valutazione del nuovo piano dei treni ad alta velocità ma nella riunione che si è tenuta nel pomeriggio non se ne è parlato. La questione è all’ordine del giorno dell’incontro in programma giovedì prossimo, occasione per il Comitato di esprimere decisa contrarietà alla scelta fatta.

Mit. Il Ministero delle infrastrutture e trasporti fa sapere in una nota che «In coerenza con tutte le linee guida sui sistemi di trasporto nel Dpcm dello scorso 14 luglio, e con le deroghe previste per il trasporto aereo vigenti secondo quello di giugno, sono previste alcune modifiche all’organizzazione del trasporto ferroviario a lunga percorrenza». Conferma che «è consentito derogare al distanziamento interpersonale di un metro, a bordo dei treni a lunga percorrenza, in determinati casi. Resta invece esclusa la possibilità di utilizzare i sedili contrapposti (c.d. faccia a faccia) nel caso in cui non sia possibile garantire permanentemente la distanza interpersonale di almeno un metro, fermo restando la possibilità di derogare a tale regola qualora i passeggeri siano conviventi nella stessa unità abitativa».

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