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07. 05. 2024 02:35

Ondata di pensionamenti nella sanità nel 2025: cosa accadrà adesso?

Milano vedrà circa 700 medici, 600 infermieri e 250 operatori sociosanitari ritirarsi dal servizio attivo entro il 2025

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Regione Lombardia si trova di fronte a una sfida senza precedenti con l’imminente ondata di pensionamenti nella sanità pubblica, 1.500 operatori sanitari nei prossimi due anni. In un audace tentativo di colmare questo vuoto, l’Assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ha delineato un piano proattivo per affrontare la carenza di personale e le crescenti liste d’attesa nei servizi sanitari.

Ondata di pensionamenti nella sanità pubblica e risposta innovativa

Milano vedrà circa 700 medici ritirarsi dal servizio attivo entro il 2025, un numero che rappresenta il 4,7% degli specialisti attualmente impiegati nel sistema sanitario regionale. A questi si aggiungono circa 600 infermieri e 250 operatori sociosanitari. “Stiamo affrontando un problema principalmente legato alla carenza di personale,” ha spiegato Bertolaso durante la presentazione della nuova delibera per combattere le lunghe attese per visite ed esami.

Un aiuto internazionale

In un’epoca di globalizzazione della sanità, la Lombardia ha deciso di guardare oltre i confini nazionali per ovviare a questo problema dell’ondata di pensionamenti nella sanità. Il piano include il reclutamento di 500 medici e 3.000 infermieri da Argentina e Paraguay. “Abbiamo ricevuto un’ottima risposta dai governi e dalle associazioni di categoria di questi paesi,” ha condiviso Bertolaso, sottolineando l’importanza di valutare attentamente la conoscenza della lingua e di fornire adeguati corsi di formazione.

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Investimenti finanziari e miglioramenti strutturali

La Regione ha stanziato 61 milioni di euro per incrementare il numero di visite, esami e ricoveri, altro modo per ovviare all’ondata di pensionamenti nella sanità. “L’obiettivo è effettuare un milione di prestazioni in più rispetto all’anno scorso,” ha aggiunto Bertolaso. Il piano prevede anche l’estensione degli orari di visita e la possibilità di prenotare controlli direttamente dopo una visita specialistica, facilitando l’accesso e riducendo i tempi d’attesa.

Il piano non solo mira a riempire le lacune immediate nel personale ma anche a stabilire una collaborazione più stretta tra il pubblico e il privato. Sergio Dompé, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Sciences, ha espresso il suo pieno supporto: “Siamo in piena sintonia con le iniziative della Regione e pronti a collaborare per migliorare l’efficienza del servizio.”

Prevenire il contenzioso

Nonostante il sostegno delle associazioni, il rischio di contenziosi rimane, come evidenziato dai recenti casi portati davanti al TAR dai privati. Marco Cozzoli, direttore del Welfare, ha rassicurato: “Abbiamo lavorato per mesi con tutti i rappresentanti del settore privato per minimizzare i rischi di contenzioso, rispettando i termini contrattuali e ascoltando le loro esigenze.”

Milano si dimostra ancora una volta un punto di riferimento nel panorama sanitario nazionale, non solo per la sua capacità di affrontare le emergenze ma anche per il suo impegno verso l’innovazione e la sostenibilità a lungo termine del sistema sanitario. Con questi nuovi interventi, la città non solo mira a superare la crisi immediata data da questa ondata di pensionamenti nella sanità, ma anche a rafforzare il suo sistema sanitario per i cittadini di oggi e di domani.

Come funziona il servizio sanitario nazionale italiano

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano è un sistema pubblico che fornisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini e residenti in Italia, indipendentemente dal reddito o dalla condizione sociale. Fondato nel 1978 con la legge 833, il SSN si basa sui principi di universalità, equità e gratuità parziale delle prestazioni.

Organizzazione e finanziamento

Il SSN è finanziato principalmente attraverso il sistema fiscale generale. Una parte significativa del finanziamento proviene dall’imposta sul reddito e contributi sociali, integrati da pagamenti diretti dei cittadini sotto forma di ticket per alcune prestazioni sanitarie, che sono contributi alla spesa sanitaria.

La gestione del SSN è decentralizzata: sebbene il governo centrale stabilisca le linee guida generali e i livelli essenziali di assistenza garantiti su tutto il territorio nazionale, le regioni italiane hanno competenze specifiche per organizzare e fornire servizi sanitari attraverso le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Prestazioni e accesso ai servizi

Il SSN offre una vasta gamma di servizi che includono la prevenzione, la cura e la riabilitazione, oltre alle attività di assistenza sanitaria pubblica. I servizi sono accessibili tramite la registrazione gratuita presso un medico di famiglia, che funge da primo punto di contatto per il paziente all’interno del sistema sanitario. Il medico di base può poi indirizzare i pazienti a specialisti o a servizi ospedalieri, se necessario.

Livelli essenziali di assistenza

I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono un insieme di servizi e trattamenti che il SSN garantisce a tutti i cittadini, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Questi includono trattamenti per malattie acute e croniche, servizi di emergenza, assistenza alla maternità, immunizzazioni, e molto altro. I LEA vengono periodicamente aggiornati per rispondere ai cambiamenti nelle esigenze di salute della popolazione e all’evoluzione della medicina e della tecnologia sanitaria.

Ruolo delle regioni

Le regioni italiane giocano un ruolo cruciale nel funzionamento del SSN, poiché hanno il compito di organizzare e fornire servizi sanitari attraverso le ASL. Ogni regione ha la libertà di andare oltre i LEA, offrendo servizi aggiuntivi a seconda delle esigenze locali e delle disponibilità di bilancio. Questa decentralizzazione consente una certa flessibilità e adattabilità, ma può anche portare a variazioni nelle prestazioni sanitarie tra differenti regioni.

Sfide e critiche

Nonostante i suoi successi, il SSN italiano affronta diverse sfide, tra cui disparità regionali nell’accesso ai servizi sanitari, lunghe liste d’attesa per alcuni trattamenti e procedure, e pressioni finanziarie dovute all’invecchiamento della popolazione e al crescente costo delle cure mediche e tecnologie sanitarie. Inoltre, la sostenibilità finanziaria del sistema è spesso oggetto di dibattito, soprattutto in contesti di crisi economica.

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