Saturimetro, scatta la caccia al misuratore di ossigeno

La molletta che misura l’ossigeno nel sangue è richiesta in farmacie e sul web. Lo strumento può diventare un “salvavita” per chi è a casa con sospetto Covid-19

saturimetro
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È diventato in pochi giorni uno degli articoli più ricercati sul web. Tant’è che su Amazon i tempi di consegna si sono inevitabilmente dilatati. Il saturimetro è oggi l’oggetto più desiderato.

 

Saturimetro, a cosa serve

Non solo dai malati positivi al Covid-19 in quarantena presso la propria abitazione. Ma anche da chi vuole tenersi in casa uno strumento in grado di controllare il grado di ossigeno nel sangue.

Non a caso il presidente nazionale del 118, Mario Balzanelli, ha definito il saturimetro un «salvavita»: «Non si può aspettare che un malato vada in crisi respiratoria, perché a quel punto è già caduto nell’abisso, i polmoni sono compromessi. Bisogna fornire il saturimetro a casa a chi è in quarantena, perché rileva in tempo la riduzione dei parametri di ossigenazione del sangue».

Dello stesso parere il segretario generale nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti: «Bisogna dare un valore alla medicina di famiglia, con il saturimetro, il controllo della febbre e del respiro si tengono le persone lontano dagli ospedali. Ai miei pazienti faccio i video-consulto con Skype e non m’importa nulla della privacy, sono i miei pazienti e li devo seguire, non si può aspettare che stiano male e mandarli in ospedale».

Com’è. Il saturimetro, che costa dai 20 ai 60 euro a seconda delle case produttrici, è un piccolo oggetto a forma di molletta che, attaccato all’estremità del dito, in pochi secondi riesce a misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue.

Il test, in pratica, informa sulla quantità di ossigeno legata all’emoglobina in rapporto alla quantità totale di emoglobina circolante, un parametro chiave in questo momento.

«La diminuzione della saturazione di ossigeno indica un’implicazione patologica del parenchima polmonare – ha spiegato Walter Canonica, professore di Medicina respiratoria presso l’Humanitas University di Milano -. E’ fondamentale ricordare che normalmente i valori del test si aggirano intorno al 98-100 per cento».

Allarme. Conviene sempre preoccuparsi se la saturazione scende intorno al 93%, in assenza di patologie pregresse a carico dell’apparato respiratorio. Quando si scende sotto il 90% può essere presente un’ipossia (cioè una carenza di ossigeno) particolarmente significativa.

La sindrome da distress respiratoria acuta, legata alla massiva reazione polmonare che si può verificare in alcuni pazienti che contraggono l’infezione da coronavirus, rappresenta un fattore da seguire in ospedale. Ecco perché l’affanno, anche dopo un minimo sforzo anche da seduti, diventa il segnale che deve mettere in guardia chi si trova a domicilio.

Saturimetro, la scelta

Ci sono diversi tipi strumenti, con prezzi che possono. La gamma varia in funzionalità e caratteristiche: ad esempio, l’indice di perfusione, il pletismografo o il display a colori potrebbero non essere disponibili su tutti i modelli. Tutti funzionano nel modo più semplice con una rilevazione dei dati immediata e con pile da inserire in un’apposita fessura.

Bisognerebbe verificare l’accuratezza dei dati con alcuni parametri standard relativi alle pulsazioni cardiache (di solito ognuno conosce il proprio livello). E’ bene, infine, condividere i risultati del proprio saturimetro con il medico per assicurarsi che il dato SpO2 e le pulsazioni siano entro limiti normali.

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