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05. 05. 2024 08:58

Affitti troppo alti a Milano, il nuovo grido d’allarme degli studenti universitari

La prima indagine ad offrire un quadro della condizione abitativa e dei fabbisogni degli studenti di Milano-Bicocca

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Un’abitazione vicina alla sede del corso di studio, preferibilmente a Milano, ma a costi più accessibili. Per il 77,5 per cento degli studenti la meta preferita rimane la città di Milano, ma il 45 per cento degli studenti in affitto privato lo ritiene troppo oneroso. Queste le esigenze emerse dall’indagine svolta da Milano-Bicocca sulla situazione e i fabbisogni abitativi degli studenti, presentata durante il seminario “L’emergenza abitativa degli studenti milanesi: un dialogo tra Università, studenti e territorio”.

Affitti troppo alti a Milano: l’indagine della Bicocca

Questa indagine è la prima ad offrire un quadro della condizione abitativa e dei fabbisogni degli studenti di Milano-Bicocca, attraverso l’analisi di dati raccolti con un questionario – proposto nel periodo compreso tra luglio e ottobre 2023, a cui hanno risposto 19.401 studentesse e studenti.

Tra i risultati, si rimarca l’ampiezza territoriale del bacino di utenza dell’Ateneo: la maggior parte del campione (47,5 per cento) ha la residenza anagrafica in una provincia lombarda fuori dalla Città metropolitana di Milano. La città di Milano resta però la meta preferita degli studenti, come dichiara il 77,5 per cento dei partecipanti.

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Università Bicocca [Affitti troppo alti a Milano]
Tra coloro che vorrebbero cambiare situazione abitativa, circa il 30 per cento indica il comfort abitativo carente, il 16 per cento sottolinea invece il costo eccessivo di locazione. Tra coloro che vorrebbero cambiare zona, la principale ragione è la scomodità rispetto alla sede dei corsi (68,9 per cento).

Altro dato significativo emerso dall’indagine è il numero ancora esiguo degli studenti che vivono in residenze universitarie: questi costituiscono il 6,3 per cento dei partecipanti in possesso dei requisiti economici minimi per l’accesso agli alloggi universitari coperti dal Diritto allo Studio immatricolati al primo anno e il 2,7 per cento degli iscritti ad anni successivi al primo.

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