Un’altra giornata di agitazione a Milano sul fronte scolastico. I licei Beccaria e Moreschi si sono aggiunti alle scuole in protesta con varie modalità a Milano. Mi-Tomorrow parla (anche) di questo nel suo nuovo numero uscito giovedì 22 febbraio e distribuito nei punti nevralgici della città.
Studenti ancora in protesta a Milano: cosa sta succedendo
Gli studenti del Beccaria avevano occupato il cortile esterno già nelle scorse giornate per protestare contro le carenze del mondo dell’istruzione e in appoggio al popolo palestinese. Giovedì 22 febbraio, invece, circa un centinaio di studenti sono rimasti fuori dall’istituto per protesta mentre le lezioni stanno proseguendo normalmente.
Così come 300 studenti hanno manifestato davanti al Moreschi. Nei giorni scorsi erano stati occupati il Severi Correnti e il Virgilio. Al Severi Correnti, durante l’occupazione, finita nei giorni scorsi, si erano verificanti ingenti danni (calcolati in 70mila euro) che gli occupanti avevano attribuito a persone esterne alla scuola.
Perché gli studenti ascoltano ma gli adulti sono sordi
Chi scrive ci è passato dentro quelle proteste. Stavano rivoluzionando – in peggio, come spesso accade – il mondo scolastico e noi volevamo dire la nostra opinione: voi potete anche decidere, ma a noi non piace. Avevamo ragione: svuotare di valore gli istituti tecnici era un errore. Fortunatamente negli anni a seguire si invertì la rotta.
Quello che sta provando questa generazione è la stessa sensazione. Impotenti dinnanzi ai cambiamenti del mondo e della scuola. Per questo spesso ricorrono a gesti estremi (si fa per dire: bloccare una strada per qualcuno è “estremo”). Per farsi sentire, per dimostrare di crederci nel loro futuro. Serve un nuovo intermediario che si ponga come riferimento per i giovani: loro urlano ma nessuno li ascolta. Ci sarà un motivo se poi le cose non cambiano mai.
