A San Donato si continua a discutere del progetto del nuovo stadio del Milan, che potrebbe, ipoteticamente, nascere nell’area di San Francesco. In particolare, secondo quanto riportato dal noto giornalista Felice Raimondo, sono state respinte le opposizioni dell’ex vice sindaco del PD, mentre la maggioranza continua a sposare l’idea dell’ambizioso progetto.
Nuovo stadio del Milan, le parole del sindaco di San Donato
Queste le parole del sindaco di San Donato, Francesco Squeri, inerente alla costruzione della nuova casa del Diavolo: “Davanti al 1° brand d’Europa avremmo dovuto dire subito no? Quando ci sarà il progetto lo illustreremo a tutti”. Un’apertura al club rossonero che sta cercando da anni una nuova casa.
Nuovo stadio del Milan, la lettera di Squeri
Due settimane fa lo stesso Squeri aveva fatto chiarezza: «L’Amministrazione ha accettato l’invito di incontrare i dirigenti della società sportiva per conoscere il merito di massima del loro progetto. L’ipotesi progettuale illustrata delinea la volontà, da parte dei proponenti, di realizzare una riqualificazione complessiva dell’area facendo dell’intervento sportivo sul San Francesco una realtà di valore internazionale. L’Amministrazione Comunale si è resa disponibile ad aprire un tavolo per la valutazione del progetto solo quando la proposta si concretizzerà».
Nuovo stadio del Milan, area San Francesco
I vantaggi sarebbero diversi, a cominciare dalla vicinanza della stazione ferroviaria e della metro (a 1,5 km), ma il principale sarebbe nella posizione: parliamo infatti di un’area che è circoscritta tra l’inizio della tangenziale Est e il raccordo dell’autostrada A1. Ciò vuol dire che chiunque dovesse arrivare a Milano da Sud vedrebbe la nuova casa del Milan. Un bel vantaggio soprattutto per lo sponsor che darà il nome all’impianto. Il Milan al momento ha in mano una short list di 3 progetti, dopo che inizialmente erano 9.
Nuovo stadio del Milan, i cittadini di San Donato
Come già successo con La Maura, i cittadini di San Donato però non sembrano convinti del progetto. Già ad aprile avevano aperto una petizione online contro la costruzione della cosiddetta Sport Life City, considerata «un agglomerato che devasterà il territorio verde incontaminato e grande polmone verde della città».