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22. 05. 2024 03:50

La Pro Recco torna all’Aquamore Bocconi: «Milano, una seconda casa»

Il presidente Felugo: «Per noi un’ottima vetrina»

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La scorsa stagione, culminata con la decima Champions League, l’Aquamore Bocconi fu un talismano per la Pro Recco, con tre successi su tre partite disputate durante la fase a gironi nella coppa dalle grandi orecchie della pallanuoto europea. Per rispettare la “cabala”, anche quest’anno – proprio domani sera (dalle 21.00, in diretta su Sky Sport) -, i campioni d’Europa in carica saranno di scena nell’impianto milanese. Per la nona giornata della fase a gironi, la Pro Recco ospita il Barceloneta. «Per queste sfide, Milano ormai è quasi la nostra seconda casa», confessa a Mi-Tomorrow il presidente Maurizio Felugo.

La Pro Recco torna a giocare a Milano

Presidente, come mai Milano?
«Perché l’impianto dell’Aquamore Bocconi è unico nel suo genere. È una piscina moderna, al passo con i tempi, e un impianto eccellente che ha pochi eguali nel mondo. Poi Milano non ha bisogno di presentazioni: città internazionale, importante polo per la moda e la finanza. E per noi è un’ottima vetrina».

Avete pensato ad una collaborazione più strutturata con la Bocconi?
«Ora che il Covid è perlopiù alle spalle e il Campus si è riempito, faremo una collaborazione a 360 gradi, improntando un discorso anche sulle giovanili e i master».

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Come ha risposto il pubblico milanese?
«Molto bene. I biglietti per il match a 30 euro si sono esauriti in poche ore. Può sembrare poco se paragonato al calcio, ma nel mondo della pallanuoto questo prezzo è di fascia alta perché il pubblico ha di fronte a sé la squadra più forte del mondo, che ha vinto 8 Coppe Campioni negli ultimi 15 anni».

Come definirebbe la Pro Recco?
«Una certezza, un “brand” che garantisce spettacolo. Poi, certo, non possiamo paragonarci con i 9 milioni di euro incassati dal Milan in Champions contro il Tottenham (record italiano assoluto, ndr), ma siamo comunque soddisfatti del risultato ottenuto».

E i vostri tifosi come l’hanno presa?
«È una politica che seguiamo da anni ormai: non possiamo giocare la Champions League nel nostro impianto di Sant’Anna, durante l’inverno, perché è una piscina all’aperto. Per questo motivo abbiamo già giocato in passato anche a Novara, Trieste e Torino».

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