Sanga Basket alla riscossa: «Milano siamo noi! E ora sogniamo l’A1»

Il Sanga Basket rincorre la promozione nel femminile dopo vent'anni di associazionismo tra giovani e diversamente abili, il dg Mancuso: «Cerchiamo soggetti imprenditoriali»

sanga basket
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Il traguardo dei vent’anni è stato tagliato da poco. Sanga Basket è una realtà che sul territorio di Milano vive e lavora dal 1999, con risultati egregi nell’ambito del sociale e da qualche tempo con un riscontro agonistico che fa sognare.

 

Sanga Basket, intervista a Sergio Mancuso

La squadra femminile, iscritta al campionato di Serie A2, è un orgoglio cittadino. Un gruppo di ragazze che punta in alto e che anche nel fine settimana ha portato a casa un successo nel Girone Nord arrivando al settimo posto in classifica, in piena zona playoff. Sergio Mancuso, direttore generale del club, ne parla con il giusto orgoglio. Della squadra femminile e di tutto il mondo Sanga.

Dopo oltre vent’anni, cosa sentite di aver portato alla città di Milano?
«Sanga Basket ha una storia di associazionismo tra i giovani e i diversamente abili. Una tradizione di rilevanza nei valori sociali e aggregativi. Dall’altra parte il basket femminile si è posto obiettivi sportivi importanti, ovvero andare in A1. Il tutto con alle spalle una tradizione di milanesità assoluta. Siamo rappresentativi di come questa città sia modello non solo di competizione, ma di risultati, di impegno e finalizzazione delle risorse».

Di che numeri stiamo parlando, a livello di tesserati?
«Abbiamo 1.300 atleti coinvolti in tutto il progetto, in un quartiere periferico come via Padova. Non voglio fare classismi perché stiamo coinvolgendo anche altre zone di Milano, ma la tradizione nasce lì. Oggi è nata una realtà che attiva i giovani, li coinvolge in progetti sani anche nel momento in cui non sono agonistici. Avere di fianco una squadra di eccellenza, come quella femminile, è per noi un traino».

Chi lavora all’interno del Sanga?
«Come me ci sono molte altre persone che svolgono un ruolo dirigenziale, in realtà è volontariato rispetto alla città e alle generazioni future. Sanga, ad esempio, ha una squadra di baskin’ che mi piacerebbe valorizzare ulteriormente. Due volte campione d’Italia e che ha un significato ancora più grande a livello valoriale».

Il sogno Serie A1

Cosa potrebbe accadere se doveste centrare la qualificazione alla Serie A1?
«I costi sarebbero diversi, non come quelli del basket maschile ma cambierebbe tutto: allenamenti, trasferte, spesa d’iscrizione. Si parla di centinaia di migliaia di euro. Il nostro interesse sarebbe ingaggiare più soggetti imprenditoriali e fare una sorta di progetto di Milano per le imprese».

Perché dovrebbero sostenervi?
«Per anni le aziende si sono spese per raccontare cosa non fanno di male. Sarebbe il caso iniziassero a dire cosa fanno di bene, legandosi magari a un progetto sano come il nostro. Se i giovani non crescono abbandonati nelle periferie, ma in imprese sane, diventano gli imprenditori di domani».

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