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26. 04. 2024 08:13

«Salviamo gli alberi del giardino Lea Garofalo»: la petizione è già arrivata a (quasi) 2.600 firme

Il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi: «Evitiamo cose sconsiderate come il trapianto che non avrebbe alcun senso e utilità»

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I tigli pluridecennali, lo storico glicine, un grande nespolo e altri alberi del giardino Lea Garofalo rischiano di essere abbattuti «non per una loro inconciliabile interferenza con gli spazi del futuro museo, ma piuttosto perché in fase di progettazione non si è data importanza agli elementi naturali presenti sul sito». Questa è, in poche parole, la denuncia mossa dai cittadini in difesa delle piante presenti nello storico giardino milanese dedicato alla testimone di giustizia. Una denuncia che porta con sé anche una petizione che presenta già quasi 2.600 firme.

Giardino Lea Garofalo, la petizione per salvare gli alberi

Sono per la precisione 2.593 i cittadini che, per il momento, hanno deciso di aderire e firmare la petizione contro l’abbattimento di ben 11 alberi situati all’interno del giardino Lea Garofalo. Alberi che dovrebbero essere presto «sacrificati» per lasciare spazio alla piramide che ospiterà il nuovo Museo della Resistenza, la struttura gemella di quella di vetro della Fondazione Feltrinelli ideata dello studio di architettura Herzog.

Nella petizione online si legge che a maggio «inizieranno i lavori, dunque abbiamo davvero poco tempo per chiedere al Comune di Milano di rivedere il progetto introducendo le poche modeste modifiche necessarie, nell’interesse di tutti i cittadini e di un ambiente naturale urbano, nel valore di preservare ogni singolo albero sano, ogni singolo metro quadrato di verde disponibile».

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Solo uno e ben preciso è l’obiettivo dei cittadini: salvare i decennali alberi simbolo del giardino Lea Garofalo, nonché «parte integrante del paesaggio del quartiere Sarpi-Garibaldi», si legge nella petizione online pubblicata su change.org.

giardino Lea Garofalo
Giardino Lea Garofalo

Le parole di Monguzzi sugli alberi del giardino Lea Garofalo

A parlare è poi anche Carlo Monguzzi, consigliere dei Verdi: «Salviamo il meraviglioso glicine e i quattro grandi tigli di piazza Baiamonti», sostiene. «Lì sorgerà l’altro pezzo della piramide di Herzog, malgrado il mio emendamento al Pgt che chiedeva che l’area rimanesse verde. Abbiamo fatto un sopralluogo con Franco Beccari di Legambiente e chiediamo che il cantiere risparmi glicine e tigli che sarebbero molto laterali. È possibile. Evitiamo cose sconsiderate come il trapianto che non avrebbe alcun senso e utilità», conclude infine.

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