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26. 04. 2024 07:58

Carosello Records e 232 Mixtape, note dal carcere: «La nostra musica di rivalsa dal Beccaria»

Nasce il Mixtape dei "ragazzi del Beccaria"

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Nei mesi scorsi mesi l’etichetta milanese Carosello Records è entrata in contatto con l’Associazione 232 APS, ed il risultato è stato dare un primo progetto discografico a 13 giovani artisti, tra rapper e producer: Kenzoo, Uelboo, Jen, Luchino, Torricelli Posse, Yambore, Perruz, Elija, con le produzioni di MØ.BRA, Lazzino e Nuar. Questo è 232 Mixtape.

232 Mixtape, l’incontro tra Carosello Records e Associazione 232 APS

Di cosa si occupa l’Associazione 232?
«Nasce nel 2019 da un gruppo di giovani educatori, educatrici e psicologi, uniti per realizzare attività di promozione sociale attraverso l’hip hop e, in genere, la musica. Lo fanno attraverso laboratori artistico-educativi, all’interno di scuole, centri di aggregazione giovanili, istituti penali, tra cui il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano».

Quale è la provenienza dei ragazzi?
«Sono tutti cresciuti a Milano. L’età media è di 18 anni e li accomuna la stessa passione per la musica di oggi».

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Come nasce l’operazione 232 Mixtape?
«L’incontro con Carosello è avvenuto grazie a un’amica in comune, che sapeva della nostra volontà di realizzare un disco. Una volta messi in contatto è nata una collaborazione sincera che andava nella stessa direzione».

Ci sono state difficoltà riscontrate a livello burocratico?
«Sì, e sono state legate alla condizione di ogni ragazzo, alcuni non avevano alcun vincolo, altri alcune restrizioni, per cui abbiamo dovuto pensare a come accogliere tutti nello stesso modo».

C’è una storia, fra tutte, che l’ha colpita maggiormente?
«Ѐ un po’ come chiedere se vuoi più bene a mamma o a papà. La fine di una relazione amorosa può essere stato il fattore che ha causato un periodo difficile, così come la separazione dei propri genitori o l’arresto; nell’adolescenza di ciascuno di noi ci sono stati momenti delicati, se si riesce ad empatizzare con il noi adolescente si riesce a farlo anche con i ragazzi».

L’album non è in vendita: le ragioni di questa scelta?
«Da un lato i vincoli legati al lavoro con minori e con ragazzi in carico ai servizi, dall’altro anche il desiderio di restituire alla collettività qualcosa di gratuito. Come chiediamo uno sforzo ai ragazzi lo chiediamo all’ascoltatore, in un mondo frenetico c’è da fermarsi un momento e ascoltare il disco perché lo si trova solo su YouTube. Meno di 30 minuti da dedicare a noi stessi».

Quando hanno saputo del progetto, quale è stata la loro prima reazione?
«Scettici in un primo momento, hanno pensato che a volte dietro un’occasione si nasconde una fregatura. Però si sono messi in gioco».

In cosa sono cambiati dopo aver inciso i brani?
«Sono più maturi. Da fuori può sembrare tutto semplice, ma far uscire un brano vuol dire anche esporsi ai complimenti e alle critiche, come quando per tuffarsi bisogna avere il coraggio della spinta».

La prossima sfida?
«Dopo questo passo abbiamo messo testa ai live: dal 2023 proveremo a presentare dal vivo il nostro prodotto, e ci riusciremo».

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